09 Giugno 2023
Sebastiano Ardita foto @imagoeconomica
Alessandro Impagnatiello, il killer reo confesso dell’omicidio della compagna incinta al settimo mese, Giulia Tramontano, potrebbe scontare solo 10 anni di carcere.
È la rivelazione del pubblico ministero Sebastiano Ardita, ex consigliere del Consiglio Superiore della Magistratura e oggi procuratore aggiunto a Catania, fatta in un’intervista rilasciata al Fatto Quotidiano.
Il magistrato riferisce che questo potrebbe essere un effetto della riforma Cartabia, la quale prevede che sin dal primo atto l'indagato deve essere informato della facoltà di accedere a percorsi di giustizia riparativa.
“Dal momento che la giustizia riparativa è una cosa seria e presupporrebbe una elaborazione della propria condotta, oltreché la certezza della responsabilità penale – dice Ardita - ritengo che sia improponibile che immediatamente dopo l'arresto si possano avviare questi percorsi, anche per rispetto delle vittime dei reati”.
Per il magistrato, se Impagnatiello sarà condannato e avrà attenuanti per la confessione o accederà ai percorsi di giustizia riparativa, "fra liberazione anticipata e misure alternative o libertà condizionale, potrebbe uscire dal carcere dopo una decina di anni, come è già accaduto ad altri".
Per Sebastiano Adita, “è offensivo, oltreché pericoloso, che un indagato per violenza sessuale o per omicidio, possa chiedere di incontrare la vittima o i parenti prima ancora del processo".
Intanto, una volta chiuse le indagini, circostanza alle quali la Procura sembra essere vicina, potrebbe essere richiesto il processo con rito immediato per Alessandro Impagnatiello. Avanzando questa richiesta la Procura può nuovamente contestare l’aggravante della premeditazione e quella della crudeltà. A tal proposito, l’autopsia in corso proprio in queste ore sul corpo di Giulia, presso l’Istituto di Medicina Legale di Milano, potrà fornire risposte a tutti i dubbi degli inquirenti.
Sarà il numero delle coltellate che emergeranno dell’esame autoptico e la presenza di ulteriori fendenti oltre quello mortale, a presupporre la sussistenza dell’aggravante della crudeltà esclusa dal Gip in sede di convalida.
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