25 Maggio 2023
Fonte: imagoeconomica
La proposta per regolare la qualità dell’aria arriva dalla Commissione europea: una direttiva che dovrebbe spingere i paesi dello spazio europeo a limitare ulteriormente l’inquinamento a partire dal 2030. Il Nord Italia dice no per via dei criteri troppo stringenti, che rischiano di far chiudere il 75% delle attività produttive, come riferito dal presidente della Lombardia Attilio Fontana che ha partecipato personalmente ai due giorni di incontri a Bruxelles sull’argomento.
La posizione del presidente lombardo non è l’unica ad essere scettica nei confronti del progetto, ed anche Piemonte, Veneto ed Emilia-Romagna si schierano dalla sua parte. Gli scienziati, i ricercatori, i medici e gli operatori sanitari pubblici che hanno firmato una lettera diretta al Governo non sono soddisfatti delle "posizioni caute" e del "pragmatismo" e chiedono che si ponga fine all'iniziativa padana."
In Lombardia, Veneto, Piemonte ed Emilia-Romagna si trovano le industrie più produttive e le attività economiche più redditizie. Queste regioni sono rinomate per settori come l'agroalimentare, il tessile, l'abbigliamento, le pelli, le calzature, il legno, la carta, la chimica, la raffinazione petrolifera, la farmaceutica, la gomma, la plastica, i minerali, i metalli, le acciaierie e i trasporti, l'elettronica e la meccanica, solo per citarne alcuni importanti. Tuttavia, c'è un prezzo da pagare, poiché l'inquinamento generato da queste attività ha un impatto significativo sulla salute delle persone, in particolare degli anziani, delle donne in gravidanza e dei bambini, nonché sull'ambiente, da cui dipendiamo per cibo e acqua potabile.
Misure "sproporzionate" secondo l'opinione di Fontana, il cui risultato sarebbe "la completa sospensione dell'attività economica nella Pianura Padana", che comporterebbe "la cessazione del 75% delle attività produttive, il divieto di circolazione per tre quarti dei veicoli attualmente in uso, la chiusura del 75% degli allevamenti e delle attività agricole nella nostra regione, e più del 60% dei sistemi di riscaldamento che verrebbero dichiarati illegali".
Ma cosa dice nello specifico la direttiva? Nel concreto, l’obiettivo della Commissione europea è quello di adeguarsi ai parametri che l’OMS ha stabilito sull’inquinamento. L’evoluzione andrebbe fatta gradualmente, fissando dei paletti un po’ alla volta nel corso degli anni. La prima scadenza infatti è quella del 2028, dopo la quale verranno fatte le valutazioni necessarie. Dopodiché, la nuova direttiva entrerebbe in vigore il 1° gennaio 2030.
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