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Città dei 15 minuti: libertà a misura di impronta ecologica. Dopo Parigi, anche Roma e Milano in lista

Il nuovo modello di smart city è stato teorizzato dal direttore scientifico della Sorbona, Carlos Moreno. Parigi, Oxford, Ottawa, Barcellona, Austin: il fenomeno si allarga a macchia d'olio. Roma, Milano e Torino muovono i primi passi

01 Marzo 2023

Città dei 15 minuti: libertà a misura di impronta ecologica. Dopo Parigi, anche Roma e Milano in lista

Modello di "città dei 15 minuti". Fonte: Twitter @Lucaborrelli455

La "città dei 15 minuti" è sempre meno utopia e sempre più realtà. Dopo la crisi dovuta alla pandemia da Covid-19, infatti, in molti hanno ipotizzato nuovi approcci urbanistici per le metropoli del futuro, e dalla Sorbona di Parigi è arrivata la proposta vincente.

Città dei 15 minuti: libertà a misura di impronta ecologica

Carlos Moreno, direttore scientifico della prestigiosa università francese, ha infatti messo a punto un modello di smart city che, a suo dire, può far fronte alle sfide di un futuro sotto il segno della sostenibilità. In breve, il progetto della "città dei 15 minuti" si basa su assunto di fondo: ogni cittadino deve essere in grado di raggiungere i servizi essenziali per la sua quotidianità (scuole, uffici, negozi, parchi, supermercati, centri sportivi e culturali) nell'arco di un quarto d'ora, spostandosi rigorosamente a piedi o in bicicletta. 

L'intenzione, com'è ovvio, è quella di ridurre l'impatto ecologico connaturato all'esistenza e alle attività umane, ottimizzando la qualità della vita e il grado di coesione sociale della comunità. Questo, almeno sulla carta. Per realizzare un simile scenario, occorre infatti adottare rigide misure di sorveglianza sui cittadini, in modo che i trasgressori possano essere sanzionati.

Uno strumento, a dir la verità, esiste già, e si tratta di un indicatore noto come impronta ecologica. Esso quantifica le emissioni di CO2 degli individui e distingue i comportamenti virtuosi da quelli dannosi sulla base dei dati rilevati. Ad esempio, chi utilizza un'auto a diesel o benzina avrà un'impronta più marcata rispetto a chi si sposta con i mezzi pubblici o a piedi. Attualmente, queste logiche sono già state sposate da alcune aziende, come Google e Mastercard. Nel portale Flights del colosso digitale è infatti possibile scegliere un volo aereo sulla base della CO2 emessa dal velivolo durante il tragitto, con variazioni sul prezzo; sul sito di Mastercard, invece, è possibile usufruire di uno strumento chiamato Carbon Calculator, che "ti permette di visualizzare le emissioni stimate di gas serra per tutti i tuoi acquisti". Non si tratta di un'eccezione nel settore bancario: già da quattro anni sono disponibili carte di credito che danno conto dell'impronta ecologica di chi le utilizza ed eventualmente bloccano i pagamenti se si supera una determinata soglia critica. I nomi? Do Black, creatura della la startup svedese Doconomy, e la candese Vancity.

Città dei 15 minuti, dopo Parigi anche Roma e Milano sulla lista dei campioni del green

Sul piano urbanistico, le città che si stanno muovendo nella direzione dei "15 minuti" non sono poche. A far da capofila è Parigi, mentre Oxford ha già collaudato un programma di suddivisione dell'abitato in sei distretti, con annesso filtraggio del traffico e adozione di barriere di separazione tra le diverse zone della città. Barcellona, dal canto suo, fin dal suo penultimo piano della mobilità urbana (2013), ha invece adottato la strategia dei "superblocks": isolati prevalentemente pedonali, al cui interno possono accedere solamente pochi veicoli autorizzati, che rappresentano piccole comunità nella città e che sono unite e interconnesse agli altri blocchi urbani da vie di collegamento esterne.

Per quanto riguarda l'Italia, nella lista degli aspiranti virtuosi del clima si trovano Roma, Milano e Torino, tutte intenzionate a rivitalizzare le zone periferiche e ottimizzare l'interconnessione a basso impatto ambientale. La capitale e il capoluogo lombardo, poi, hanno aderito al progetto di Sony-Lab, in collaborazione con l'Università La Sapienza di Roma, volto a realizzare una mappa open-source in base a quanto le diverse zone di una città siano lontane o vicine al concetto di 15 minuti.

Ai molti sostenitori, però, si oppongono altrettanti detrattori. Il timore di alcuni è che questo modello di città del futuro possa imbrigliare le libertà individuali, imponendo strumenti di sorveglianza di massa e suddividendo i residenti in "buoni" o "cattivi" in funzione delle loro abitudini ecologiche. Lo scenario è la ripartizione dell'abitato in distretti separati ed ermetici, in cui le vite  si consumano senza la possibilità di evolversi.

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