23 Gennaio 2023
fonte: profilo Fabebook
Fabiana Cusumano, professoressa d’italiano che al liceo scientifico seguì per qualche tempo Lorenza Alagna, la figlia di Messina Denaro, racconta com'era la ragazza.
Fabiana "Bia" Cusumano, scrittrice e direttrice di un festival letterario a Castelvetrano, è stata per un mese supplente d'italiano in classe di Lorenza Alagna, la figlia di Matteo Messina Denaro. Lei non si è astenuta dal raccontare il suo pezzo di verità, come invece le aveva suggerito l'avvocato trapanese Franco Lo Sciuto.
Rivendica la libertà di parola: "Nessuno mi farà tacere davanti ai ragazzi di oggi. Non è più tempo di assuefazione e rassegnazione, nemmeno in casa del boss". Continua: "Io l'ho sempre fatto e ho sempre parlato di mafia e di legalità in classe, del coraggio di dire la verità, di non girare lo sguardo altrove, per paura".
Reclama la sua responsabilità di insegnante "per indicare loro la dritta via che non può mai convergere con quella dei mafiosi, anche se sono parenti, padri, fratelli...". Per questo, continua, "mi permetto di indicare nel travaglio di Lorenza e nelle scelte di sua madre un fatto positivo." Lorenza, come suo cugino Francesco Panicola, avevano "un vissuto traumatico", "un tormento", eppure hanno lottato contro le loro radici. Lorenza a 18 anni ha deciso di vivere in casa della madre, lontana dal boss.
Secondo la professoressa la ragazza era travagliata e consapevole. "Ho apprezzato il fatto che Lorenza non abbia mai avuto rapporti con lui, nonostante vivesse questo disagio e il dolore nel sapere chi fosse", afferma Cusumano. Una volta la ragazza le disse: "Per voi può essere uno stragista, un criminale, un super boss. Per me resta mio padre."
Ricorda Lorenza come "una ragazza studiosa, attenta in classe, ben educata, forte e determinata", anche se sopra di lei "si muovono e si agitano forze ben più grandi". Queste forze hanno permesso che si nascondesse per trent'anni; ora, per cambiare, "bisogna parlare, non tacere".
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