27 Dicembre 2022
Impero Asburgico, Arco di Trento, anno 1894. Il cortese e riservato signor Fabiani era solito partecipare alla Messa quotidiana, recitare il rosario e mettersi in fila con i fedeli per baciare le reliquie e ricevere la Comunione, si notava in giro solo per lunghe passeggiate con il suo cane. Ma da qualche tempo non si vedeva più. La cosa non sorprese più di tanto perché Arco, celebre per le sue acque termali, era mèta di molte persone che una volta terminate le cure rientravano nelle loro abituali residenze. Senonché, il 27 dicembre, gli abitanti della cittadina appresero della morte del signor Fabiani, 58 anni, precocemente invecchiato a causa dei disturbi causatigli dal diabete. Nel suo testamento aveva lasciato scritto: «Ringrazio tutti coloro che mi hanno fatto del bene, perdono coloro che mi hanno fatto del male e domando scusa a coloro ai quali ho in qualche modo nuociuto». I suoi solenni funerali furono celebrati il 3 gennaio successivo dall’arcivescovo di Trento e videro la partecipazione di molte nobiltà austriache e bavaresi.
Al passaggio del corteo funebre, seguito da due battaglioni di cacciatori tirolesi, furono sparati diversi colpi di cannone a salve. Solo allora si scoprì che il mite signor Fabiani altri non era che Francesco II Borbone (1836-1894), l’ultimo re di Napoli ed ultimo sovrano dell’ex Regno delle Due Sicilie detronizzato da Vittorio Emanuele II di Savoia nel 1860 dopo la spedizione nel sud Italia dei Mille di Garibaldi. Apparteneva alla dinastia dei Borbone di Spagna, ramo di Napoli, ed era figlio di Ferdinando II e della prima moglie Maria Cristina di Savoia, a sua volta figlia di Vittorio Emanuele I di Savoia. Dopo l’ultima e vana resistenza nella fortezza di Gaeta per salvare il suo regno, assediato dall’esercito piemontese fu esiliato a Roma insieme alla consorte, la regina Marie Sophie Amalie von Wittelsbach, sorella minore di Elisabetta (“Sissi”) l’imperatrice d’Austria. Dopo qualche tempo i due si stabilirono a Parigi da dove si allontaneranno solo per brevi viaggi in Austria ed in Baviera presso i parenti dell’ex regina. Vissero privatamente, senza grandi mezzi economici poiché tutti i loro averi, anche personali, erano stati confiscati dal neo Governo Italiano.
Al nuovo Stato che proponeva la loro restituzione in cambio della rinuncia ad ogni pretesa sul trono dell’ex Regno delle Due Sicilie, Francesco II rispose: "Il mio onore non è in vendita". Il 29 dicembre, appresa la notizia, Matilde Serao dalle colonne del quotidiano “Il Mattino” fondato a Napoli due anni prima, scriveva: “...Giammai principe sopportò le avversità della fortuna con la fermezza silenziosa e la dignità di Francesco II. Colui che era stato o parso debole sul trono, travolto dal destino, dalla ineluttabile fatalità, colui che era stato schernito come un incosciente ha lasciato che tutti i dolori umani penetrassero in lui, senza respingerli, senza lamentarsi. Detronizzato, impoverito, restato senza patria egli ha piegato la testa sotto la bufera e la sua rassegnazione ha assunto un carattere di muto eroismo. Galantuomo come uomo e gentiluomo come principe, ecco il ritratto di Francesco di Borbone”. Le spoglie di Francesco II furono trasferite a Trento durante la prima guerra mondiale, poi a Roma nel 1926, e infine traslate a Napoli. Qui riposano, dal maggio del 1984, nella grande chiesa di Santa Chiara accanto a quelle della moglie Marie Sophie (che gli sopravvisse per altri 32 anni) e della loro unica figlia Maria Cristina.
Emiliano Dulceri
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