23 Novembre 2022
Il complicato fatto di cronaca risale al 2020, quando due fratelli uccisero il proprio padre dopo i reiterati maltrattamenti dell’uomo nei confronti della loro madre. Un caso spinoso che ha fatto spaccare l’opinione pubblica, gestito in Corte d’assise dal giudice Massimo Cusatti. Il giudice ha deciso sostanzialmente di graziare il minore dei due fratelli, il ventiduenne Simone precedentemente condannato a 14 anni di carcere, ma che invece è rimasto inflessibile nei confronti di Alessio, il maggiore tra i due, per cui è stata confermata la condanna a 21 anni di carcere.
Il terribile evento aveva avuto luogo nel quartiere di San Biagio, periferia di Genova. Quanto accaduto è di certo quanto di peggio può accadere in una famiglia, in questo caso quella Scalamandré, che ora si ritrova letteralmente distrutta. La vittima dell’omicidio era il padre dei due giovani, Alessio e Simone, denunciato dal maggiore dei due per maltrattamenti nei confronti della madre dei due ragazzi. Il confronto con il padre è avvenuto proprio perché quest’ultimo si è recato a casa del figlio Alessio per chiedere che ritirasse le accuse nei suoi confronti, in quanto il processo a suo carico sarebbe iniziato da lì a breve. Invece di una risoluzione pacifica però l’uomo non ha ottenuto altro che violenza, aggredito da entrambi i figli e colpito fino alla morte con un mattarello e diverso altri oggetti domestici.
La sentenza del tribunale di primo grado ha imputato i due giovani di omicidio volontario in concorso, con l’aggravante certo non da poco del vincolo di parentela. Per quanto riguarda Alessio, il maggiore dei fratelli, non c’è stato nulla da fare: anche la Corte d’assise presieduta dal giudice Massimo Cusatti ha confermato la condanna a 21 anni di carcere, mentre per il fratello minore Simone di ventidue anni è arrivata l’assoluzione.
La strategia dell’avvocato di Simone, Nadia Calafato si è rivelata vincente: l’attenuante prevista dall’articolo 114 del codice penale riguardante il “contributo minimo” dell’imputato nella commissione del delitto è stata pienamente accolta dal giudice, il che ha consentito di abbattere la pena prevista dal tribunale ordinario di ben 14 anni.
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