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Mia figlia vaccinata senza il mio favore, rimarrò per lei il padre no vax perdente in una lotta senza vincitori

Parole strazianti che arrivano dritte al cuore. La lettera di un padre che vede la figlia allontanarsi a causa della decisone della IX sezione del Tribunale di Milano

10 Aprile 2022

Mia figlia vaccinata senza il mio favore, rimarrò per lei il padre no vax perdente in una lotta senza vincitori

Buon giorno cari cittadini italiani e lettori,

Desidero condividere con voi una vicenda vissuta personalmente che riguarda una figlia e suo padre tra il 2020 ed il 2021 ma tutt’ora presente.

Una vicenda che coinvolge pandemie (reali o presunte), paura della morte o di un’infezione (siamo esseri umani e quindi soggetti alle stesse), mass media che all’unisono dicono TUTTI le stesse cose; un’epoca in cui non c’è spazio per le opinioni, anzi vengono demonizzate o condannate a discapito del confronto e del senso critico che sono il sale della vita umana e della sua stessa evoluzione, linfa per la democrazia ed il libero pensiero, se non l’autodeterminazione e il libero arbitrio, direi dove la salute è uno strumento per altri fini, a mio personale parere non positivi per l’umanità intera.

Mi preme a questo punto raccontarvi della delusione provata dal sottoscritto nei confronti di un’Istituzione che dovrebbe essere in grado di osservare i fatti da un punto di vista più elevato e quindi più obiettivo in generale, a garanzia del Bene del popolo italiano e dell’Istituzione Famiglia, da 2 anni sotto pressione e in sofferenza.

In questa occasione il delicato compito a cui la nona sezione del Tribunale di Milano - il cui Collegio era composto dai Giudici: Dott.sse Rosa Muscio (Giudice Relatore), Anna Cattaneo (Presidente) e Chiara Delmonte (Giudice) - è stato chiamato, è quello di derimere una controversia tra una madre e un padre che, mossi da senso di protezione della salute della propria figlia, si trovano su posizioni contrapposte rispetto alla decisone di somministrare il “siero magico”.

Il Tribunale viene chiamato quindi ad occuparsi della salute di un minore e cioè di un individuo che incarna il FUTURO di questo paese e che vorremmo venisse tutelato e garantito dal punto di vista fisico, psichico e spirituale.

Al momento della prima udienza il sottoscritto padre, con il supporto di legali di indiscussa competenza e capacità, oltre che genitori essi stessi, presenta un insieme di dati che avallano la tesi del pericolo per la salute della figlia sedicenne, qualora venisse sottoposta alla terribilmente famosa iniezione.

Purtroppo vedo definire questo insieme di dati ed elementi scientifici da me presentati come “memoria DIFENSIVA”; diventa chiaro che la condizione di imparzialità del Tribunale viene meno fin dal principio e senza particolari scrupoli, a FAVORE dell’altro genitore, pro iniezione e vittima del terrorismo mediatico.

In questa atmosfera il Tribunale sa già che deve “...attribuire ad uno dei due genitori il potere di assumere autonomia decisionale...”, circa la salute di una ragazza minorenne, già vessata da oltre un anno di privazioni e reclusione forzata.

Qualcuno potrebbe dire “ma è un tecnicismo legale”, ed io rispondo “NO signore e signori” con tutte le mie forze.

Lo stesso Tribunale ha definito le mie “obiezioni” circa la validità o pericolosità dei “sieri genici sperimentali” (definizione utilizzata da pubblicazioni come Lancet, British Medical Journal e più recentemente da AIFA, ISS ed EMA), come basate su opinioni “di singoli medici ...e al di fuori della comunità scientifica...”.

Ad onor del vero parliamo di eminenti scienziati come il Prof. Montagnier (riposi in Pace), il Direttore dell’Ospedale Spallanzani di Roma, il Prof. Bellavite, o il compianto Prf. De Donno, che non mi risultano essere “fuori dalla comunità scientifica”, solo per citarne alcuni.

Ironia della sorte a distanza di meno di 9 mesi dall’udienza, emergono evidenze scientifiche ed empiriche circa la fondatezza dei miei sospetti ma soprattutto della attendibilità del dossier da me presentato.

Qui però non si tratta di chi ha torto o ragione, non voglio alimentare dualismo o polarizzazioni già invadenti e tristi.

Io vorrei porre più l’accento sull’aspetto umano dell’accaduto; il risultato si palesa nel messaggio a mia figlia che il papà non è abbastanza papà da essere credibile o affidabile per tutelarla.

Ora mi chiedo e vi chiedo: un Tribunale che in sede di udienza afferma rivolgendosi a me, attraverso il giudice che lo rappresenta, “...sa in fin dei conti il Tribunale ha già preso posizione a tutela di minori di 13 e 14 anni propensi alla somministrazione, anche in contrapposizione al volere di entrambi i genitori...”, cosa pensa di fare, quale risultato di alto valore ritiene di raggiungere, oltre a quello di usurpare il diritto di patria potestà o di genitorialità?

Nel mio caso questa sentenza ha contribuito ad un allontanamento di mia figlia da me, conscio del fatto certamente che l’adolescenza è un bel casino e nasconde tante sfaccettature e difficoltà. Ma è proprio per questo che un’Istituzione saggia ed esperta, avrebbe dovuto porsi delle domande che andassero al di là del “sì o no, giusto o sbagliato, da dpcm o da buon senso” ma che tutelassero l’armonia, fino a quel momento protetta con tutte le mie forze, nonostante la separazione coniugale.

Volete sapere il risultato? Bene.... parlando con mia figlia, è emerso che “avevano vinto lei e la mamma”, cioè si era giocata una partita, erano stati messi in contrapposizione i genitori ed uno è risultato migliore dell’altro, ancora polarizzazione.

Più recentemente mia figlia ha scelto di andare a vivere dalla madre perché: “sai papà non mi fido molto di come tratti il COVID”! Peccato che io l’ho contratto e sono guarito con cure domiciliari e quindi rappresento la dimostrazione che non è necessario iniettarsi nulla, bensì basta assumere vitamine ed integratori naturali preventivamente, sotto la guida di un medico di reale Ippocratiano orientamento.

Cosa mi resta adesso?

Una figlia pronta a denunciare il papà perché è entrato a scuola presentando un documento che sostiene i diritti umani e non il nazipass.

Un rapporto con mia figlia molto difficile da ricucire nel profondo ma soprattutto la preoccupazione legata al fatto che diventa ogni giorno più donna e che non so quale idea si stia facendo della figura maschile e cosa pensa possa o debba essere un padre.

Mi resta la preoccupazione che ogni giorno si possa presentare qualche difficoltà di salute (ultimamente se ne sono manifestate seppur contenute ma assolutamente inusuali).

Mi resta il rammarico di non leggere nei suoi occhi o sentire nella sua voce l’entusiasmo di quando le propongo una vacanza, una giornata insieme. Io resto il papà no green-pass, il complottista che, seppur in possesso del “marchio verde”, insiste col fare i colloqui scolastici a distanza a causa di questa scelta e delle “regole imposte”.

Fa male, fa molto male ma comunque so che un giorno, quando saprà che questo periodo era molto meno grave di quanto propagandato, avrà gli elementi e spero anche la serenità per crescere e riconsiderare tante convinzioni e idee, sarà un’adulta consapevole e non governata dal bianco-nero, giusto-sbagliato, buono-cattivo.

Ci credo profondamente.

Un papà, Giuseppe Gigante

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