30 Marzo 2022
Charlotte Angie (Fonte Twitter @palermotoday)
Sul caso dell'omicidio di Charlotte Angie, nome d'arte di Carol Maltesi, 26 anni, è arrivata la confessione di Davide Fontana, impiegato di banca di 43 anni e vicino di casa della vittima a Rescaldina, comune dell'hinterland milanese. "L'ho colpita molto forte alla testa con un martello durante un video hard, non so perché l'ho fatto", avrebbe spiegato ai Carabinieri Fontana, che con la donna italo-olandese aveva avuto anche una relazione. Fontana avrebbe colpito la vittima mentre era legata in camera da letto, indifesa, col viso coperto da una busta. Dopo averle tolto la busta il killer l'avrebbe finita tagliandole la gola con un coltello da cucina, avrebbe detto agli inquirenti Fontana proseguendo il suo racconto. "Un atto di pietà: vedevo che stava soffrendo e ho concluso le sue pene", il terribile dettaglio.
Dopo l'omicidio, avvenuto a fine gennaio, Fontana avrebbe acquistato un frigo su Amazon per conservare il corpo di Charlotte in casa della vittima. Ma prima, avrebbe smembrato il corpo in quindici parti con un seghetto e un'accetta, tentando senza successo di sfigurarla per non rendere riconoscibili i tatuaggi. Il corpo sarebbe rimasto lì fino allo scorso 20 marzo, quando Fontana avrebbe tentato di sbarazzarsene. Il killer ha gettato i pezzi del corpo, chiusi in sacchi di plastica, in un dirupo di Borno, piccolo comune in provincia di Brescia.
Lì però è stato notato da un passante e in seguito riconosciuto da alcuni fan della vittima attraverso i tatuaggi, ancora parzialmente riconoscibili. In tutto questo tempo nessuno si è allarmato per la scomparsa di Charlotte, stando al racconto di Fontana, che avrebbe pagato l'affitto per suo conto e usato il suo smartphone per rispondere ai pochi messaggi della madre e dell'ex compagno, da cui la vittima aveva avuto un figlio.
Domenica scorsa, l'ultimo disperato depistaggio di Fontana, che si era sbarazzato del corpo andando a Borno guidando la macchina della vittima, come ricostruito dagli inquirenti. L'uomo si è presentato al commissariato di Rescaldina insieme a un'amica per denunciare la scomparsa di Carol. Il suo racconto, però sarebbe stato fin da subito pieno di incongruenze e perfino di contraddizioni tra la prima versione raccontata al commissariato del comune milanese e una seconda fatta davanti ai Carabinieri di Brescia.
Poco prima di essere scoperto, Fontana aveva usato il cellulare di Carol fingendosi lei per rispondere alle domande di un giornalista locale di Bsnews, che chiedeva conto della compatibilità dei tatuaggi ritrovati sui resti a Borno e quelli della pornostar Charlotte Angie. "Mi hanno già detto diverse persone di quella ragazza. Io sto bene, fortunatamente", avrebbe scritto l'omicida, poche ore prima di confessare tutto.
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