04 Novembre 2021
fonte: Facebook @davidecrippa
É stata sospesa dal suo incarico Giusy Pace, l'infermiera ideatrice del corteo No Green pass a Novara che ha visto i manifestanti travestirsi da ebrei deportati nei lager e ha scatenato l'ira della comunità ebraica e non solo. La signora Pace era la coordinatrice del personale infermieristico dell'Aou della provincia piemontese. Il motivo della sua sospensione è chiaro, come spiega il direttore generale Gianfranco Zulian: la donna risulta "inottemperante all'obbligo vaccinale previsto per gli operatori sanitari". Ma non è finita qui.
Dopo la notizia della sospensione dal lavoro, Giusy Pace potrebbe prepararsi ad affrontare anche una causa legale: il direttore generale dell'Aou - azienda ospedaliera universitaria - di Novara non solo ha fatto sapere che l'infermiera per un po' di tempo non potrà svolgere il suo incarico, ma ha anche comunicato che i vertici della sua azienda stanno valutando la possibilità di denunciarla "per danno di immagine". Gli organismi di disciplina "stanno effettuando tutte le verifiche necessarie per avere una visione chiara ed eventualmente procedere per quanto avvenuto sabato, che mi ha veramente inquietato", ha spiegato il direttore. "Paragonare le norme sul Green pass alla Shoah è vergognoso".
Secondo Gianfranco Zulian quanto avvenuto a Novara durante il corteo No Green pass "ha dato una pessima immagine del nostro ospedale e della città. Per questo valuteremo anche la possibilità di una denuncia per danno d'immagine. Non si tratta che dell'ultimo episodio di una lunga serie, che va avanti da un bel po'", ha continuato. Per quanto riguarda invece la mancata vaccinazione della donna, il direttore dell'Aou di Novara ha spiegato che "ogni operatore sanitario che sa di non essersi vaccinato è ben consapevole di stare commettendo un illecito. E questo riguarda non solo la signora Pace. Come Azienda sono in corso accertamenti su una trentina di dipendenti, non tutti sanitari".
Nel frattempo continuano le polemiche scatenate dalla manifestazione No Green pass dello scorso sabato nella cittadina piemontese. "È pazzesco che si manifesti in questo modo", aveva detto a La Stampa Rossella Bottini Treves, presidente della Comunità ebraica di Novara e Vercelli. "La storia bisogna conoscerla e fatti del genere mi lasciano senza parole. Lo sforzo della nostra Comunità va soprattutto nella direzione della conoscenza, del sapere. Ovviamente del sapere rivolto a tutti, non solo alle nuove generazione di ebrei".
E ancora: "Non si può accostare una tematica come quella sul Green Pass a quella del filo spinato dei campi di concentramento e della Shoah. A chi ha sfilato a Novara farei delle domande. Mi piacerebbe molto capire. Ecco, allora poi aggiungerei altre considerazioni. Perché nella vita non si può sempre mettersi in cattedra. E questo vale per tutti. Prima di condannare bisogna capire, di sicuro non odiare. Però su un punto bisogna essere inflessibili: la storia, e quella delle persone, va rispettata", aveva concluso infine Rossella Bottini Treves.
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