18 Giugno 2021
La Guardia di Finanza oscura oltre 600 siti di streaming che trasmettevano illegalmente le partite degli Europei di calcio 2021. In concomitanza con gli attesissimi europei di calcio Uefa Euro 2020, il Nucleo Speciale Tutela Privacy e Frodi Tecnologiche della Guardia di Finanza ha concluso una nuova ed importante operazione di contrasto al fenomeno della pirateria audiovisiva attraverso la trasmissione non autorizzata su rete internet, conosciuta con il nome di 'Iptv' (Internet Protocol Television).
A chiedere le indagini era stata la stessa Uefa che, in qualità di titolare dei diritti di trasmissione dell’evento, segnalava la proliferazione di portali di streaming illegale delle partite. Le indagini sono iniziate l'11 giugno, in occasione della cerimonia inaugurale a Roma: l'ente ha così iniziato a schedare e monitorare diversi siti di streaming, piattaforme e server collegati al business delle Iptv. La ricerca ha rivelato l'esistenza di un articolato sistema basato su piattaforme informatiche di ultima generazione, alimentate simultaneamente da numerose 'sorgenti di contenuti' localizzate su suolo europeo. Il loro compito è di trasformare i segnali audiovideo protetti da diritto d’autore in flussi dati che vengono redistribuiti in tutto il mondo senza restrizioni.
Completata la prima fase investigativa, la GdF ha utilizzato un innovativo sistema di tracciamento che ha consentito di individuare tutti i fruitori dei flussi pirata. In occasione del palinsesto del 17 giugno (in cui due partite erano trasmesse in esclusiva in Pay-Tv), tutti gli utenti collegati hanno visualizzato all’improvviso sui propri dispositivi un messaggio che li avvertiva che il sito tramite il quale stavano illegalmente visionando il programma era stato sottoposto a sequestro ed i loro dati di connessione rilevati. I responsabili dei servizi pirata rischiano ora la reclusione da sei mesi a tre anni e la multa fino a 15.493 euro.
E gli utenti? Secondo quanto dichiarato dalla Guardia di Finanza, gli spettatori tracciati dal sistema riceveranno automaticamente una rilevante sanzione amministrativa per un importo fino a 1032 euro.
L'indagine della GdF è stata molto innovativa rispetto alla prassi tradizionale, avvalendosi di numerosi strumenti e tecnologie di ultima generazione. A cooordinarla è stato il procuratore della Repubblica di Napoli, Giovanni Melillo, affiancato dal procuratore aggiunto Vincenzo Piscitelli e dai sostituti procuratore Valeria Sico e Maria Sofia Cozza. La Guardia di Finanza rilascia in una nota che "nella sua veste di polizia economico finanziaria a tutela degli operatori del settore audiovisivo e per assicurare condizioni di leale concorrenza, contrasta con decisione questo business illegale che finanzia la criminalità organizzata". Si legge inoltre: "Questo tipo di attività illegale cagiona un imponente danno per l’economia italiana a discapito dell’industria dell’audiovisivo che, in un momento già gravemente segnato dalle difficoltà derivanti dalla pandemia di Covid19, si stima abbia perso nel solo anno 2020 oltre 8000 posti di lavoro (dati Fapav) proprio per effetto di questi fenomeni criminali."
Il Giornale d'Italia è anche su Whatsapp. Clicca qui per iscriversi al canale e rimanere sempre aggiornati.
Articoli Recenti
Testata giornalistica registrata - Direttore responsabile Luca Greco - Reg. Trib. di Milano n°40 del 14/05/2020 - © 2025 - Il Giornale d'Italia