01 Giugno 2021
Principe Amedeo Duca di Savoia e Duca d'Aosta (fonte: Instagram @historyofthemonarchies)
Oggi, 1 giugno, è morto Amedeo di Savoia-Aosta, all'età di 77 anni.
Ecco le sue ultime parole all'Adnkronos in un'intervista realizzata sabato scorso.
"No, la Festa della Repubblica non l'ho mai vissuta in polemica, non è mai per me un giorno di lutto".
Sabato scorso nel primo pomeriggio, dal letto di ospedale, dopo un intervento al polmone, Amedeo di Savoia-Aosta rispondeva così all'AdnKronos, rilasciando un'intervista esclusiva e inedita, l'ultima della sua vita, realizzata proprio in vista della ricorrenza del 2 giugno.
Il giornalista chiedeva al Principe quale fosse il suo modo di vivere la festa della Repubblica.
Se come una giornata normale, come una festa anche sua o come una festa estranea che lo riportava a un ricordo comunque negativo.
"Non fu una cosa molto chiara, in famiglia se ne parlò con una certa critica, anche perché non era molto chiaro che fosse andato tutto esattamente come le regole prevedevano. E questo è quanto", questa è stata la risposta di Amedeo di Savoia.
Di "non chiaro", dal punto di vista del Principe c'era il risultato del referendum del 1946 con il quale gli italiani scelsero di diventare una repubblica.
"Sì, i risultati del referendum. A un certo momento, non furono molto chiari e si parlò addirittura di truffa, c'è chi parlò di truffa". Però, ci furono due milioni di differenza a favore della Repubblica...
E alla constatazione che qualche broglio ci sarà pure stato, probabilmente da ambo le parti, ma alla fine due milioni di differenza su oltre 25 milioni di votanti e 23 milioni di voti validi, sono abbastanza, replicava: "Sì, su questo io non discuto. Solo che credo che comunque non è stato molto chiaro tutto. Il referendum è avvenuto in un modo molto anticipato, rispetto anche a quello che desiderava fare il Re".
Nell'ultima intervista dell'Adnkronos ad Amedo di Savoia-Aosta, il Principe ha raccontato come ha vissuto nel corso degli anni la la ricorrenza della festa della Repubblica.
Quanto ai successivi 2 giugno, "ricordo molto bene che anche l'incoronazione della regina d'Inghilterra era lo stesso giorno (il 2 giugno del 1953; ndr) - raccontava ancora Amedeo d'Aosta - Ricordo che io andai, mia madre mi mandò, ero un ragazzino molto piccolo (stava per compiere 10 anni; ndr) e lei non stava molto bene. Questa è sempre una data che ci ha fatto piacere ricordare, non in polemica o in alternativa".
Alla domanda se il concetto di monarchia fosse oramai fuori tempo, Amedeo replicava con convinzione: "Credo di no, in fondo è aperta a tutti, come principio di gestione di un Paese, sia la Repubblica che l'eventuale Monarchia. Credo invece che, in un certo senso, la Repubblica è un collante soprattutto per gruppi di persone che vogliono in tutte le maniere una separazione dal Paese: per esempio, quelli che vorrebbero essere nuovi Stati, come in Spagna con il caso della Catalogna".
"Le monarchie sono la maggioranza - osservava Amedeo di Savoia-Aosta - E la monarchia è una cosa democratica se la si prende per come vuole e deve essere". Del resto, la monarchia assoluta, per diritto divino, non esiste più... "No, non esiste più, assolutamente; né esisterà più nel futuro". E d'altronde, anche una Repubblica può degenerare in dittatura come in Unione Sovietica o nella Spagna franchista, dove con la monarchia dei Borbone è tornata la democrazia... "Esatto, esatto".
Amedeo d'Aosta, inoltre, asseriva con convinzione di non vivere il 2 giugno come una giornata di lutto: "No, no", assicurava, ammettendo di riconoscersi totalmente nella Repubblica "anche se - sottolineava - c'è sempre una grande propaganda nei giorni immediatamente precedenti ai festeggiamenti della Repubblica, in cui si dice che è una cosa che è avvenuta in modo estremamente democratico e lì ci sono delle esagerazioni".
In merito ai Savoia, "noi della nostra dinastia, ai tempi della monarchia, eravamo tutti molto bravi e invece adesso ci sono veramente tante critiche, si dice la cosa opposta. Non so se mi sono spiegato...". Ovviamente, molto incise il via libera all'avvento del Fascismo e lì il giudizio storico è molto cambiato, rispetto ai Savoia risorgimentali che hanno dato il massimo contributo per l'Unità d'Italia... "Esatto".
In conclusione, il giornalista chiedeva ad Amedeo di Savoia-Aosta come avrebbe trascorso il 2 giugno.
"Credo che starò ancora in ospedale, perché ho avuto qualche guaio a un polmone e a un rene. Ora mi scuso, non sono in condizioni eccellenti... Spero, quando tornerò in forma, di risentirci presto", rispondeva il Principe.
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