25 Maggio 2021
Fonte: lapresse.it
Sembra una barzelletta, ma in realtà è successo veramente: l'Inps ha scritto a un morto che la sua pensione di cittadinanza è scaduta e di "venire nei nostri uffici". "Gentile Signore, le comunichiamo che lei è decaduto dal diritto alla pensione di cittadinanza per le seguenti motivazioni: è deceduto", si legge nella missiva dell'istituto previdenziale.
Sì, avete letto bene. L'Inps ha "ricordato" al deceduto proprio il fatto che era deceduto (come se il poveretto non se ne fosse accorto da solo). Tuttavia, continua la lettera, "lei potrà recarsi presso i nostri uffici per ricevere ulteriori chiarimenti e inoltre, entro 30 giorni dal ricevimento della presente, potrà proporre istanza motivata di riesame".
Dopo la lettera all'Inps, il signor Franco O., morto a Roma lo scorso 17 marzo, sicuramente si sta rigirando nella tomba. Però, a pensarci bene, è colpa sua. Chi aveva dato al Signor Franco il permesso di morire? Per altro senza avvertire. Non si fa signor Franco, la prossima volta ci pensi bene prima di lasciare questo mondo. Black Humor a parte, la vicenda è stata raccontata da Alberto Di Majo sul Tempo. Il signor Franco, un ingegnere che aveva lavorato molti anni all’estero mettendo da parte soltanto pochi contributi, aveva la pensione di cittadinanza dal 2019 (l’aveva richiesta, come ricorda la stessa Inps nella missiva, ad aprile di quell’anno) e ogni dodici mesi doveva presentare la documentazione fiscale necessaria.
Quasi due mesi fa l’istituto guidato da Pasquale Tridico ha preso atto della morte ma ha scritto lo stesso al titolare dell’assegno per avvertirlo che non ne avrà più diritto. Nella comunicazione, firmata dal direttore Angelo Franchitti, si precisa infatti anche che "contro il presente provvedimento può proporre azione giudiziaria nelle forme di rito e nei previsti termini di legge, dandone notifica a questa Sede".
Ricapitoliamo: l’istituto scrive a un morto per dirgli che non prenderà più la pensione di cittadinanza perché è, appunto, morto, ma gli ricorda anche che, se non fosse d’accordo, può fare ricorso. Insomma, una questione ridicola, tranne nel caso in cui l’Inps abbia uffici anche in Paradiso. Ma non è finita. La lettera è infatti soltanto l’ultima beffa per i parenti del signor Franco, deceduto più di due mesi fa a Roma ma ancora in attesa di una sepoltura (come già capitato a molti altri cittadini). La cremazione è stata fatta dopo due mesi e da tre settimane i congiunti aspettano che gli vengano consegnate le ceneri.
L’ultima sorpresa ai parenti è arrivata nella cassetta della posta del palazzo in cui abitava Franco O., sempre a Roma, nella giornata di ieri, lunedì 24 maggio. Alla fine della missiva l’istituto di previdenza non ha dimenticato anche di inviargli "distinti saluti". Inoltre ha ricordato che "gli uffici Inps sono a disposizione per ogni ulteriore informazione", suggerendogli di andare sul sito internet per trovare tutte le sedi dell’istituto. In alternativa, la lettera suggeriva di "rivolgersi al Contact center, chiamando da rete fissa il numero gratuito 803164 oppure il numero 06164164 da telefono cellulare". Ovviamente "un operatore sarà a disposizione per informazioni e notizie". In ultimo, l’Inps consigliava al signor Franco di tenere a portata di mano il codice fiscale e il numero di protocollo della domanda "per risparmiare tempo ed ottenere le informazioni rapidamente".
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