09 Gennaio 2025
Alleluia, è arrivato il fuori stagione! Pensavamo che fosse caput, travolto da frenesie natalizie, shopping selvaggio e turisti assatanati. E invece esiste, eccolo qui. E ci spinge ad assaporare la placida calma invernale in tante cittadine e borghi deliziosi - di cui, si sa, l’Italia se ne cade. Prendiamo l’isoletta di Burano (Venezia), regina del tête-à-tête come sanno bene le coppie in fuga d’amore. In questo periodo c’è poca o niente folla, nessuna star o celebrità, le sue casette blu, rosse e gialle sembrano la sfavillante tavolozza di un pittore, il campanile “storto” pende sul retro della Chiesa di San Martino. Che pace! e mentre le merlettaie hanno il tempo di mostrarvi i loro favolosi ricami, le bottegucce pittoresche traboccano di zaèti all’uvetta, bussolà alla vaniglia, peverini di pepe e melassa.
I comandamenti da osservare rigorosamente? 1) nei ristorantini di Piazza Galuppi, l’unica dell’isola, ordinare il tipico “risotto di gò” fatto con i ghiozzi (pesci bruttissimi, non si discute, ma gustosissimi); 2) cenare al sacco in “bragozzo”, la storica imbarcazione dei pescatori lagunari, e pernottare tra i vigneti della Dorona, il vino prediletto un tempo dai Dogi); 3) scattare una foto del tramonto alla Pescarìa Vecia (però scegliete bene con chi andarci perché è un attimo, e potreste chiederle/gli di sposarvi…).
Spostiamoci ora nel Lazio, a Civita di Bagnoregio (Viterbo) con la sua bellezza inquietante e la sua rupe soggetta a un’erosione secolare. Poco più di una decina di residenti, aspri calanchi con un che di surreale, e un unico accesso, a piedi, da un ponte vertiginoso di 300 metri: decisamente Civita vanta un fascino enigmatico, un po’ lugubre se vogliamo…soprattutto la sera tra viuzze deserte, sospese su burroni mozzafiato. Non a caso è soprannominata “la città che muore” - e dovreste proprio farci un pensierino se vi sentite un tantino crepuscolari, genere Bella e il vampiro Edward di Twilight. Il centro storico è inimitabile con palazzetti e profferli, i caratteristici archi viterbesi, e l’App “Civita di Bagnoregio”, scaricabile gratuitamente in italiano e in inglese, con funzione gps, segnala alberghi, ristoranti e punti d’interesse: dalla Casa di San Bonaventura alla Chiesa di San Donato. Poi, per l’affaccio più spettacolare sulla Valle dei Calanchi, bisogna raggiungere il belvedere della Balza di Seppie nel borgo dirimpettaio, Lubriano (a 2 km): e qui si fa anche un facile trekking lungo il “Percorso acque, fiori, frutti ed erbe mangerecce”, per 3 km, tra orti, sorgenti e fontanili. Smog? zero. Stress? sconosciuto. Fretta? che roba è?
Adesso tocca ad Apricale, in Liguria, provincia di Imperia. È incastonata nella roccia tra ghiottonerie, splendide vedute e fervore creativo. L’abitato precipita a valle come un torrente tutto di pietra: arcate, vicoletti e gradinate. E il suo cuore batte in piazza Vittorio Emanuele II: palcoscenico dove le quinte sono l’Oratorio di San Bartolomeo e la Parrocchiale, stupefacente per grandezza e arredi in un paese così minuscolo.
L’arte è di casa perché Apricale è spesso frequentata da pittori, performer, fotografi, ceramisti che ritraggono il paesaggio locale, espongono nel medievale Castello della Lucertola e lasciano bizzarre creazioni come la bicicletta in cima al campanile, ideata nel 2000 da Sergio Bianco. Dopo una porzione di pansarole alla vaniglia e anice, servite con zabaione, conviene esplorare le antiche mulattiere circostanti: oggi ideali per un agevole trekking, dalla Chiesa di Nostra Signora degli Angeli alla verdissima ansa del torrente Mandancio tra fontane e frantoi. E a 5 km c’è Dolceacqua lungo l’Alta Via dei Monti Liguri: adatta a tutti la Passeggiata Terre Bianche che attraversa i vigneti del celeberrimo Rossese, la prima Doc tra i vini regionali, apprezzata anche da Napoleone Bonaparte.
Nuova tappa, Saluzzo (Cuneo) in Piemonte: una regina incoronata dalle Alpi. La sua parola d’ordine? raffinatezza: dalla Cattedrale, la più lunga della regione, alla Chiesa di San Giovanni, il solo esempio di gotico flamboyant della zona. Saluzzo è “uno dei borghi più felici d’Italia”, dice Il Sole 24 Ore, per 4 secoli capitale di un prestigioso Marchesato. Tante le sue chance: musei ricchi di affreschi e sculture, la Casa natale di Silvio Pellico, un antiquariato coltivato da 70 anni e una gastronomia al top con rarissimo miele di rododendro, succulenti “ramassin” (susine), formaggio “Tumin dal Mel”. Nei dintorni, camminate in Valle Bronda tra boschi e ciabòt (casali nei vigneti). Imperdibile l’anello che in 5 km porta a Castellar: paesino curiosamente punteggiato di spaventapasseri (i ciciu), dove si produce l’antichissimo Pelaverga tramandandone oralmente i segreti della vinificazione.
Già che ci siamo, restiamo in Piemonte e puntiamo su Orta San Giulio (Novara), un vero eden se volete ritirarvi a vita contemplativa senza tralasciare, beninteso, i piaceri gastronomici. Infatti, nella stagione invernale, una quiete trasognata avvolge il lungolago e l’isoletta di San Giulio a un centinaio di metri dalla riva: con la sua unica stradina, il silenzio mistico e la Basilica dai dipinti strepitosi. Il fulcro di Orta San Giulio, uno dei “Borghi più Belli d’Italia”, è Piazza Motta dove ci si siede per assaggiare mortadella di fegato o risotto al pesce persico, amaretti o roselline dolci. E c’è anche il ristorante stellato “Villa Crespi” del simpaticissimo chef Antonino Cannavacciuolo. Gli affacci che spezzano il cuore? Senz’altro la Salita Motta fino alla Parrocchiale e poi il Sacro Monte: un trekking eccezionale tra selve e cappelle francescane con 900 dipinti e 376 sculture, mix straordinario di rinascimentale e barocco.
Dalla montagna al mare, facciamo vela per Amalfi (Campania). Com’è romantica nei mesi freddi: onde trasparenti, Cattedrale di Sant’Andrea e Chiostro del Paradiso che sfolgorano nel cielo terso, soste per assaporare le golose sfogliatelle Santarosa all’amarena, e poi lo “struscio” da via Lorenzo d’Amalfi a via Pietro Capuano tra una doppia fila serratissima di bottegucce tutte sandali fatti a mano, ceramiche variopinte e bottiglie di limoncello. Avvertite troppa flemma? Niente paura, in 4 km siamo a Maiori che, seppure nella sua calma invernale, non tralascia l'allegria del 51° "Gran Carnevale" (dal 23/2 al 9/3): il tema scelto per quest’anno è “La Meraviglia”, e le sfilate dei carri allegorici promettono creatività, fantasia e personaggi fiabeschi.
Fa lo stesso anche la bellissima Lucca, in Toscana: dalle Mura a Piazza Anfiteatro svela in inverno atmosfere intime, languidi concerti pucciniani e angolini poco noti come la Zecca più antica d’Europa - ha battuto moneta per 13 secoli - e poi dall’8 al 23 febbraio allestisce il tanto atteso Carnevale, “Lucca in maschera”. Sullo sfondo, il classico dolce “buccellato” e il Pan Puccini, creato nell’’800 per la famiglia del Maestro. Insomma, i viaggi di questo periodo dell'anno possono soddisfare tutti i gusti. Inverno grigio, spoglio, spento? Che luoghi comuni!
Di Carla Di Domenico.
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