13 Ottobre 2022
ph. Alessandra Basile
Lella Curiel, vero nome Raffaella Bettinelli, fa parte di quel prezioso gruppo ristretto di grandi stilisti che diedero vita alla moda italiana, dagli anni 70 a seguire. L'eleganza dei suoi abiti, la raffinatezza dei tessuti, preziosi e dai colori così perfettamente intrecciati, la portabilità e la femminilità delle sue giacche, l'arte che ogni donna vorrebbe indossare per sentirsi più bella caratterizzano le creazioni di Lella, che abbiano il marchio Gigliola Curiel o il più recente NONAME. Grazie alla grande moda italiana, noi, come popolo e paese, siamo stati al centro dell'attenzione del mondo intero, perché a essere messe in luce sono state la creatività, il buon gusto e l'artigianato italiani. Curiel è anche sinonimo di riuscita imprenditoria femminile e, come Castellini, di forti valori famigliari oltre che professionali. Dal 1993, Gigliola Castellini è stata professionalmente al fianco della madre fino al 2016; ora gestisce l’azienda C&C Milano, rivestendo le case come fossero persone, con la stessa grazia e cura.
Curiel e Castellini: un pò di storia internazionale partendo da Milano
Nato nei primi anni Sessanta, il marchio Raffella Curiel, che presentò, nel 1965, la sua prima collezione pret-à-porter a New York da Bergdorf Goodman, è stato uno dei nomi di punta delle sfilate di Alta Moda e pret-à-couture a Roma. La società Curiel srl, cui fanno capo i marchi Raffaella Curiel e Gigliola Curiel, nel 2016, ha raggiunto un accordo con il gruppo cinese Redstone (che controlla anche il marchio Giada), per la costituzione di una newco, Curiel Ltd., nella quale far confluire tutti i marchi e l’archivio della maison. Come detto, Gigliola Castellini vi entrò nel 1993.
La vita professionale della famiglia Castellini ha visto il suo debutto quando il bisnonno Clateo, il primo ad entrare nel mondo tessile, rilevò uno stabilimento del 1850 di juta, canapa e lino e specializzandosi in tessuti per usi tecnici, come i sacchi per la Posta Italiana o le reti antigrandine. Dopo una prima evoluzione nell‘impiego esclusivo di fibre naturali, l’azienda si è dedicata poi ai tessuti per biancheria da casa e ai famosi tessuti rigati, per sdraio per il lido di Venezia, l’Adriatico e il Tirreno. Furono i cugini Emanuele Castellini e Piero Castellini Baldissera a fondare la nuova società per la creazione e distribuzione di prodotti tessili per la casa. Nel 1998 nacque, così, la C&C Milano - C&C sta proprio per Castellini (Piero) e Castellini (Emanuele) - con un primo showroom in via della Spiga a Milano: oltre al punto di forza dei tessuti per arredamento, soprattutto lini, ci sono biancheria per la casa, accessori, abbigliamento. L’11 aprile 2005 venne inaugurato, nel cuore della città vecchia, il nuovo showroom C&C Milano, ingrandito 5 anni più tardi, nel quale l’affezionata clientela milanese, gli architetti e i decoratori ancora oggi trovano una vasta scelta di tessuti sia per la casa, nel nome di una personalizzazione della stessa e di un design su misura, sia per il giardino ed il tempo libero. Altri showroom sono stati aperti, in seguito, fra il 2013 e il 2018, a Londra, New York, Monaco, Parigi.
lntervista a Lella Curiel con la partecipazione di Gigliola Castellini ed Emanuele Belotti
Intervista del 28/09/22 presso "Il Trovatore" di Emanuele Belotti
"Il Trovatore" si trova a Milano in via Ansperto 7, nella bella zona Magenta. Andate a trovare Emanuele, vi sentirete a casa!
Lella Curiel e Gigliola Castellini sono ospiti, insieme alla sottoscritta, nel sontuoso eppure cozy negozio di antiquariato di Emanuele Belotti, un professionista stimato del settore oltre che caro amico di tutte e tre. Emanuele ha eccelso, anche, in un altro filone, quello dei musical homemade a Milano (come Smamma via al fu Teatro Smeraldo: www.youtube.com/watch?v=sdLS56eTxZw), capaci di incassare cifre consistenti destinate totalmente a importanti e nobili cause benefiche portate avanti da organizzazioni umanitarie riconosciute.
"Lella is back" è il titolo di questa serata brillantemente organizzata dal fine Emanuele Belotti a "Il Trovatore", in nome dello stile, in particolare del vostro, Signora Curiel, uno stile che Emanuele stesso definisce raffinato, elegante, di classe; come dargli torto? Parliamo di un grande rientro di Lella Curiel?
Per me è un ricominciare. Ho venduto il marchio ai cinesi e, allora, mi sono detta “ricomincio, mi diverto un po'”. NONAME: così si chiama la nuova società.
Gigliola tu sei al fianco di tua madre da tanto.
Io sono qui a "Il Trovatore" di Emanuele con il mio C&C Milano, ma, sì, sono al fianco di mia madre da sempre, solo adesso un pò meno (sorridendo, ndr). Naturalmente, la mamma comunque viene prima e la moda continuerà a restare nel mio cuore, sempre.
C’è stato un bel salto nella moda, nel passaggio dal secolo scorso al presente, se penso a Valentino, Curiel, Armani e simili, ossia quella moda ha davvero saputo lasciare un segno indelebile.
Nel secolo scorso, Walter Albini ed io abbiamo fondato la moda anni 70. In questo, c’è un ritorno alla moda anni 80, infatti si rivedono le creazioni di stilisti quali Ungaro, Saint Laurent o il da lei citato Valentino. Diciamo che oggi viene riproposto, in chiave moderna, ciò che noi abbiamo fatto quarant’anni fa e oltre.
Signora Curiel, lei ha venduto il marchio nel 2016: è stato necessario? E' una domanda un pò provocatoria.
Noi avevamo una dimensione di nicchia, abbastanza piccola. Inoltre, quasi tutti i brand italiani hanno venduto, chi in Francia, chi in America. Ad acquistare il nostro marchio, 6 anni fa, è stata una grande azienda cinese con altri marchi, la Redstone, che, quanto a noi, lavora molto sul nostro archivio. Ora abbiamo la gioia di vedere il nome di mia madre, Gigliola Curiel, e, quindi, i vari Curiel, Curielino e tutto quello che c’è nella storia di 4 generazioni di famiglia, in numerosi negozi in Cina e, presto, anche in America e in Italia.
A ispirare i suoi abiti e a caratterizzare, dunque, le sue creazioni è stata una serie di personaggi importanti nella storia dell'umanità, non solo italiana.
Sì. Se la prima collezione fu dedicata al periodo iridescente di Giacomo Balla e, in seguito, a Depero, dopo un lungo percorso, siamo approdati, anche, a Proust e ad altri grandi scrittori, oltre che ai grandi compositori come Tchaikovsky. Siamo stati i primi a coniugare moda e cultura: era il 1981. È stato un cammino, per me, di grandissima soddisfazione e fortemente riconosciuto.
Con Emanuele voi siete legate da un rapporto di amicizia, altro motivo per cui ci troviamo a "Il Trovatore", giusto?
Sì - conferma, sorridente, Lella - Emanuele è un amico, non solo mio, ma, anche, di Gigliola e Gaetano, i miei figli. Ritengo Emanuele colto, eclettico, generoso e simpatico. Ed è pure bello!
Concordo al 100%! Emanuele è, anche, arte, proprio come il bel luogo dove siamo, la sua seconda casa, e, se la creatività caratterizza l’arte e la moda è essa stessa una forma d'arte, beh i due mondi, arte e moda, non sono lontani.
E, poi, di un luogo come questo bisogna averne cura e averlo saputo inventare, proprio come fa e ha fatto lui.
E' proprio vero. Lella, le sono stati attribuiti tanti premi e riconoscimenti; fra essi, ricordo l’Ambrogino d’oro nel 1995. Lei è la stilista della Milano bene, ma anche di un’Italia intellettuale.
Per la verità, io ho girato e venduto in tutto il mondo. Non sono la stilista della Milano bene ma di tutte le donne che mi danno fiducia, si tratti della grande come della piccola cliente, perché per me non cambia.
Utilizzando, fra l’altro, dei tessuti magnifici.
Di questo è esperta Gigliola, lei ha una sensibilità e una conoscenza dei tessuti, sui quali mi ha insegnato molte cose.
Gigliola, passo la parola a te. a proposito dei tessuti, senz’altro, i colori sono meravigliosi.
Il mio primo amore è stato l’accessorio e, nella moda, lo sono stati il tessuto e il colore, che ora riverso nella mia attività di oggi, riguardante la casa e i tessuti di arredamento e tutto ciò che riveste la casa, dai tappeti alla carta da parati e così via.
Una simpatica interruzione: Emanuele mostra a Lella una sua creazione – un bellissimo cappotto dal taglio femminile e dalla tinta vivace – indosso a un’altra ospite dell’evento “Lella is back”. A quel punto, perché non farlo partecipare all’intervista, intelligente ed ironico qual è?
Ecco Emanuele Belotti, il padrone di casa oggi e uomo d’arte. Mi racconti di stasera?
Ti rispondo come la scritta che ho apposto all’esterno del negozio: “alla ricerca del bello”. Ritengo che il bello sia sempre più difficile da trovare. Io, però, quando poi lo trovo, lo promuovo, perché mi piace averlo intorno. Stasera, Lella e Gigliola mi hanno dato la possibilità di averle ospiti. Ci vogliamo bene. Sono persone che creano il bello con grande professionalità e si sono sempre distinte per classe e sincerità.
Sono proprio alcuni abiti che imbelliscono chi li porta, dunque contribuiscono al bello.
E’ vero, ma dipende: talvolta, gli abiti imbruttiscono - afferma divertita Gigliola (ridiamo tutti, ndr).
Scusate - precisa Emanuele - ma c’è di più qui. Non è solo questione di vestiti; per me, si tratta di passione, di voglia di fare, in una parola è arte.
Lella Curiel scherza sulla parola "arte". Cossiga disse: “Come va la tua arte? Guarda bene non ti ho detto morta, ti ho detto arte” (ridiamo per l’imitazione riuscita e simpatica di Lella Curiel, ndr).
Quando Emanuele si congeda, noi tre concludiamo questa, breve, solare ed affascinante intervista.
Signora Curiel, lei e Gigliola, anche se non lavorate più a stretto contatto, siete vicine a Milano come uffici, logisticamente?
Sì e ogni tanto ci incontriamo: la famiglia resta sempre molto unita. Gigliola è in via Brera, mentre io sto in via Montenapoleone.
La famiglia è un valore fondamentale e il vostro rapporto mamma-figlia, anche sul lavoro, è fortunato e, a dir poco, esemplare.
Senza Gigliola, non avrei fatto tutto quello che ho fatto. Questo rapporto e la famiglia sono stati la mia forza, il mio motore, la mia gioia di vivere.
Con l'affetto di queste parole piene di stima e pensiero positivo, inneggianti ad alcuni valori inestimabili della vita, desidero ringraziarvi moltissimo, Signora Curiel e Gigliola, per la disponibilità a raccontarvi e per il contributo generoso in termini di condivisione della vostra storia, così ricca e interessante.
Nel salutarci, ci ripromettiamo di incontrarci presto proprio all’archivio di via Montenapoleone, un'esperienza da non perdere.
Siamo, brevemente, a un altro duo italiano della moda, un pò più eccentrico e decisamente più nuovo, presente all'evento "Lella is back": si tratta degli stilisti milanesi Pierre Prandini e Mario Cilano, insieme sul lavoro e nella vita. Emanuele, da eccellente padrone di casa qual è, li presenta e loro mi raccontano di seguire sia l’abbigliamento donna, lo fa Pierre, sia quello maschile, di spettanza a Mario, in una dedizione professionale a 360° nel loro showroom di zona corso Buenos Aires a Milano. Si sono già fatti conoscere nel mondo, grazie al lusso degli abiti da sera, delle pellicce e dei gioielli, ma, soprattutto, del made in Italy che caratterizza le loro creazioni. L'atelier, sito in Venini 24 e inaugurato nel 2016, accoglie chi desidera un abito senza la paura di passare inosservato, ma, anzi, con il desiderio di catturare l’attenzione: un tale risultato Pierre e Mario lo raggiungono grazie ai tessuti preziosi che usano, ai colori sgargianti di ciò che creano e a uno stile capace di far emergere dalla massa i loro clienti. Il duo è la migliore pubblicità di sè! Sono riconoscibili, specie nelle occasioni di tipo mondano e sociale, perché fanno un'entrata, non a inizio serata, poco dopo, vestiti con lo stesso capo, portato da entrambi molto bene grazie a un physique du role simile. A far conoscere Pierre sono stati i capi di pellicceria, dai visoni ai cincillà agli zibellini, in primis per la materia prima. I tessuti usati, invece, per realizzare i vestiti sono, soprattutto, il pizzo, il raso e l'immancabile e sempre bellissima seta, adatta in ogni stagione.
CONCLUSIONE
La Moda è Arte ed è eleganza: di eleganza il mondo avrebbe tanto bisogno. Allora lascio a due grandi proprio della moda di spiegarla: "L’eleganza è l’equilibrio tra proporzioni, emozione e sorpresa" (Valentino); "Eleganza non è farsi notare, ma farsi ricordare" (Giorgio Armani). Poi c'è lei, la donna e l’artista che più simboleggiano, ancora oggi, l’eleganza femminile, Audrey Hepburn: "L’eleganza è la sola bellezza che non sfiorisce mai". Come darle torto, ma quanto è facile a parole e quanto è rara.
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