Mimmo Rock ha cambiato lavoro. Non si occupa piu’ di piattaforme petrolifere. E’ diventato consulente musicale del Comune di Napoli in soccorso a quegli ambaradan che loro chiamano concerti in realtà sono baraonde di suoni spacca/timpani.
Haimè è solo una boutade ma veramente i (dis)organizzatori di concerti made in Naples dovrebbe farsi un giro a un Mimmo Rock e mettersi in ascolto.
Nelle stesse ore in cui Mimmo nell’ex base della Nato, si festeggiava con il suo iconico party ( quest’anno festeggiava 60 anni, ma si tratta di errore anagrafico, perchè Mimmo sprizza energia come un trentenne) poco distante all’ippodromo di Agnano andava in scena Confusion Marracash che sarà pure un rapper acchiappa/audience ma l’organizzazione aveva piu’ buchi di un formaggio a gruviera. Visto che erano giorni che la terra “ballerina” della zona Flegrea aveva incominciato ad agitarsi, non sarebbe stato piu’ saggio annullare il concerto? Immaginatevi se una scossa di terremoto piu’ forte delle altre avesse gettato nel panico qualche esagitato sarebbe stato il Grande Caos. Piani di evacuazione non erano previsti.
Dopo due anni di forzata chiusura causa pandemia Mimmo and family invece ripartono alla grande. Mimmo irrompe nella scena su una jeep militare in mezzo a due cordoni di militanti della pace. Il suo messaggio è chiaro e campeggia sui muri in mezzo a giochi di luce stratosferici: Stop the War.
Ci aveva lasciato due anni f con I killer Queen), fatti volare espressamente da Londra ( band replica dei Queen, ma credetemi difficile riconoscere i cloni dagli originali). Adesso ha rockeggiato sulle note dei Depeche Mode. Ma sono proprio loro? No, è una cover, ma, chi se ne intende, giura che sono meglio dei veri. Stessa fisicità, stessa carica d’adrenalina scorre fra i 1500 invitati. Tutti hanno rispettato il dress code, military/punk/funky… a libera interpretazione. Il prof chirurgo Guido Grilli si toglie il camice bianco per indossare gargo pants, anfibi e gilet borchiato, pettinatura a missili condivisa con la sua compagna di gioco e di look, Daniela Vallese. La regista Annalaura di Luggo dirige se stessa e il marito Olindo Preziosi in una mise en scene da Coachella Festival. Faccia da angelo ( nome d’arte per Saverio ), modello e influencer, sembra uscito dal set di “Goodmorning Vietnam” e recita da cattivo. Compagno di scena, l’attore Federico Avella, appena rientrato da uno shooting a New York. Ognuno diventa la performance di se stesso. Osa e lascia andare i freni inibitori.
Si parte da un preciso codice di look: Army vs Punk, tra military e anarco-pop, ovvero “stop war: freedom of choice” come provocazione, messaggio e monito contro ogni guerra e sistema.
Mimmo Rock è la forza della famiglia: the family si occupa di grano, lui ha un terminal petrolifero. E crescente passione rockettara. Gli ospiti entrano in un tunnel di luce laser creato da Luca Toscano, the King degli effetti specialissimi, poi passano per lo stand adibito a trucco, parrucco e body painting. Ogni dettaglio è stato curato da “Great Co”, di Raffaella Rocco ( la figlia) e Alessandra Iasiello. Ogni visione è Uaaoooo. E io lo so bene visto visto che
Anche gli Intermezzi mangiarecci fatti di pizze e pizzette di Concettina ai Tre Santi, hamburger e graffette fumanti e birre a gogo’.
Finito il concerto, si mette alla consolle il deejay Marco Piccolo, alter ego di Bob Sinclar. Annapaola Manfredonia, la dolce metà che vale un’intero, meritevolmente gallonata, impeccabile anfitrione, balla scatenata, insieme ai figli e agli amici dei figli. Insomma il rock è una questione di famiglia. Ma anche di charity, visto che il festeggiato non ha voluto doni ( immaginatevi lo spacchettare un migliaio di regali, per lo più inutili e da riciclare) ma un obolo di beneficenza.
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