Visto in anteprima per voi. Botte, muscoli e sudore. Ascesa e tonfo di un campionissimo. The Smashing Machine è uno spaccato dell’America. Vi ricorda qualcuno?…
E’ la storia vera di Mark Kerr, un campione di lotta libera e arti marziali miste (MMA) soprannominato "The Smashing Machine" e "The Titan”. Una montagna di muscoli un metro e novantuno per un peso tra i 116 e i 121 chilogrammi che sul ring non lasciava scampo all’avversario. Quando alzava il braccio in segno di vittoria il sorriso era macchiato di sangue, quello schizzatogli in faccia dal suo avversario. Praticamente una macchina da guerra che lanciava pugni, testate e ginocchiate ( allora consentite). Una furia senza alcuna paura. Il suo era un godimento quasi sadico: devo fargli male prima che lui lo faccia a me. Era il suo mantra. Il film, con Dwayne "The Rock” Johnson, ex star di wrestling, nel ruolo del protagonista, racconta l'ascesa e la caduta del lottatore, esplorando i trionfi sul ring tra il 1997 e il 2000 e la sua lotta contro la dipendenza da antidolorifici gli alti e bassi del suo matrimonio. Kerr fu una leggenda nel mondo degli sport da combattimento, noto per la sua forza sovrumana, che gli valsero un posto nella UFC Hall of Fame. Dopo gli infortuni, Kerr sviluppò una dipendenza da oppiacei, che lo portò a un'overdose e a un ricovero in riabilitazione. Vita personale: Il film mostra anche le difficoltà del suo rapporto con la moglie Dawn, segnato da crisi, separazioni e problemi di alcolismo. La pellicola evidenzia il parallelismo tra le sue battaglie sul ring e quelle nella vita privata, concentrandosi sia sulla gloria che sul tormento interiore dell’atleta.
Una vita di eccessi, uno specchio dell’America che gode davanti alla rappresentazione della violenza, portata sullo schermo da Benny Safdie, leone d’argento a Venezia.
E’ consolante l’happy end ( almeno quello) dopo il ritiro e il divorzio, Kerr ha raggiunto la sobrietà dal 2014, fa il papà dell'unico figlio e conduce una vita lontana dai riflettori. “Adesso vivo finalmente una vita normale”. Le ombre scure che gli stavano alle calcagna se le è lasciate alle spalle.
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