03 Novembre 2025
									Con la personale “Quello che mi piace”, Daniele Mazzoleni inaugura un nuovo ciclo pittorico che segna una tappa decisiva della sua ricerca artistica. Una produzione imponente e vitale, attraversata da una forza immediata che sorprende e coinvolge, capace di trasformare l’esperienza del vedere in rivelazione.
Il critico e curatore Federico Caloi definisce questo percorso “Human Pop”: non semplice ripresa dei codici della Pop Art, ma un linguaggio autonomo in cui gli oggetti del desiderio diventano archetipi universali. «La pittura di Mazzoleni – scrive Caloi – non è rappresentazione, ma epifania: ci costringe a riabitare la soglia tra l’oggetto e la sua risonanza interiore, tra la materia e la sua vibrazione immaginativa».
Biciclette mai possedute ma sognate, automobili che raccontano aspirazioni e conquiste, viaggi indimenticabili, luoghi iconici e simboli generazionali: ogni elemento evocato nelle sue opere diventa memoria condivisa, frammento di vissuto che appartiene tanto all’artista quanto allo spettatore. È un’arte che restituisce all’immagine la sua densità simbolica, riportandola al valore originario di esperienza e di emozione.
In questo senso, lo Human Pop di Mazzoleni si distingue dalla superficie levigata del Pop convenzionale per aprirsi a una dimensione vitale e generativa. Come ricorda Caloi, «l’opera non mostra solo un’immagine, ma istituisce un luogo, un orizzonte in cui l’esperienza del mondo diventa di nuovo autentica». Un’arte che celebra la bellezza e la luce, che invita a riappropriarsi del desiderio senza colpa, che riporta al centro la possibilità di vivere i momenti con pienezza.
La tecnica pittorica, nutrita da anni di sperimentazione con resine e materiali innovativi, si fonde qui con la sensibilità del narratore visivo: l’immagine nasce da un’attenta ricerca iconografica, si struttura nella pittura e si compie con il tocco inconfondibile della resina epossidica, cifra stilistica che amplifica luce e colore.
Le opere in mostra, di grande formato e accompagnate da una selezione di lavori in edizioni limitate, si distinguono per la forza cromatica e l’uso sapiente della resina, che amplifica la brillantezza delle superfici e conferisce profondità agli elementi rappresentati. Le immagini, tratte da ricordi personali e da icone condivise, spaziano da scene legate all’infanzia a simboli di libertà e spensieratezza, fino a rimandi al viaggio e alla cultura popolare.
Un mosaico di visioni che non si limita a rievocare, ma restituisce allo spettatore la possibilità di riconoscersi e di ritrovare emozioni proprie. Un progetto che, come scrive ancora Caloi, «intreccia autobiografia e collettività, restituendo all’immagine il suo potere originario di creare legame».
DANIELE MAZZOLENI
Nato a Milano nel 1970, Daniele Mazzoleni si forma tra architettura, design e arti visive. Dopo l’esperienza con il brandNeroacciaio (2006), che lo porta a unire artigianato, materiali innovativi e design, ritorna alla pittura come forma privilegiata
di espressione.
La sua ricerca, segnata dall’uso delle resine e da una costante tensione tra gesto pittorico e sperimentazione materica, affronta temi che spaziano dall’attualità alle simbologie collettive. Nel 2023 presenta il ciclo dei ritratti “Tra la perduta gente”, a cura di Luca Cantore D’Amore, alla Galleria Cru de Art di Milano, e nel 2024 partecipa a Unfair Milano con un solo show.
Le sue opere, definite dall’artista come Human Pop, mirano a raccontare emozioni universali attraverso immagini archetipiche e vitali, capaci di intrecciare biografia e immaginario collettivo.
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