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Benedetto Croce «Il Giornale d'Italia» (10 agosto 1943)

Per Te, il film che racconta l’Alzheimer con dolcezza. Un incubo viene trasformato in una sfida.
Teresa Saponangelo, l’adoro.

03 Novembre 2025

Per Te, il film che racconta l’Alzheimer con dolcezza. Un incubo viene trasformato in una sfida.Teresa Saponangelo, l’adoro.

Pe Te, è già il titolo è una dedica. Il regista Alessandro Anoradio non si limita a raccontare l’evolversi della malattia, ma scava nell’anima di un uomo che l’affronta con coraggio giorno dopo giorno. La sua salvezza sono la moglie ( Teresa Saponangelo strepitosa e coinvolgente) e il figlio undicenne. Sono tutti fragili e autentici, rispondono a un “qualcosa” fuori controllo con l’unico modo che conoscono l’amore che si diventa un gigante che riempie lo spazio vuoto della malattia. Non  isolano il malato, chiuso nella bolla dei propri fantasmi,  non lo trattano da malato ma come un essere prezioso da accudire.  E’ una storia vera e struggente e il figlio è stato insignito dal presidente Mattarella come “ Alfiere della Repubblica”.  Paolo (Edoardo Leo, bravissimo) è davanti allo specchio del bagno e sta insegnando al figlio Mattia a farsi la barba. Il loro rapporto è speciale. L'uomo, che ha poco più di 40 anni, è affetto da una rara forma di Alzheimer precoce e sta iniziando a perdere la memoria. Ci sono delle cose che ha completamente dimenticato mentre altre sono ancora presenti nei ricordi ma è consapevole che sono destinate a svanire. Per questo vuole essere il più possibile presente nella vita del figlio undicenne e della moglie  con cui ha un legame molto forte, cogliendo tutte le occasioni che la quotidianità gli offre per condividerle con loro. Al tempo stesso cerca di recuperare anche il rapporto con il fratello Nicola con cui non si parla da tempo.
Teresa Saponangelo sempre più completa come attrice. Chi non la ricorda Recitare contro il precariato del mondo  dei call center e nella trasposizione teatrale del romanzo di Roberta Murgia "Il mondo deve sapere" e il film di Paolo Virzi “Tutta la vita davanti”. 
Nata a Taranto , cresciuta a Napoli da padre tarantino ("Quando mio padre è morto in un incidente sul lavoro, era marinaio, avevo due anni") e madre napoletana. Laurea al  DAMS dell'Università degli Studi Roma Tre, e comincia la sua gavetta: lavora con  Giorgio Albertazzi, debutta al cinema nel film Il verificatore di Stefano Incerti. Esordisce in radio con la Serata in onore di Vittorio Gassman, con la regia dello stesso Gassman per il Progetto Ronconi - Teatro alla radioDebutta in televisione in  Un medico in famiglia per la regia di Anna Di Francisca. Nel 2000, con il ruolo di Imma, viene candidata al Nastro d'argento alla migliore attrice protagonista per In principio erano le mutande di Anna Negri, e in Te lo leggo negli occhi di Valia Santella è Chiara, la protagonista femminile. 
Fino alla  “E’ stata la mano di Dio “ di Sorrentino. Grazie al quale si è aggiudicata il David di Donatello come migliore attrice non protagonista. 
Dulcis in fundo: Ha portato al Teatro Mercadante con Andrea Renzi “Il Sacrifcio di Eva Izsak “, tratto dal mio libro ( ChiareLettere). E’ la storia vera, atroce "Quella della giovane ebrea ungherese Éva Izsák, fatta suicidare nell’estate del 1944 a diciannove anni e mezzo. Una storia tragica che si stenta a credere possa essere accaduta perché a decretare la sua morte è stato chi l’avrebbe dovuta proteggere: Imre Lipstiz, ventiduenne, ebreo che qualche anno dopo cambierà nome e diventerà Imre Lakatos, il famoso filosofo erede di Popper.

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