Sabato, 06 Settembre 2025

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"La libertà innanzi tutto e sopra tutto"
Benedetto Croce «Il Giornale d'Italia» (10 agosto 1943)

Noi orfani del Campania Teatro Festival. Cosa faremo adesso senza le irrequietezza dei “Fuggitivi di Capri”, senza l’Eraclito di Aldo Masullo, senza l’Angelo di Curzio Malaparte….

Ultimi battiti per la bellezza con il gigante John Malkovic e il “reale” Alessandro Preziosi

10 Luglio 2023

Abbiamo veleggiato per 31 giorni fra il Grande Teatro, la Grande Danza e i click d’autore di Mimmo Paladino. La Venere degli stracci, simbolo dell’arte povera di Michelangelo Pistoletto, l’abbiamo lasciata a Piazza Municipio. Un doppione dell’installazione al Madre. Per chi intende l’arte come una ripetizione, un clone del clone.
Al Teatro Festival solo opere originali, debutti, Prime Nazionali e Internazionali. 
Abbiamo cominciato bene tra i mulini a vento del Circus Don Chisciotte, testo raffinato di Ruggero Cappuccio, per la regia di Antonio Latella che ha svuotato la platea del teatro Mercadante per fare largo alle sue “Visioni”.
del Campania Teatro Festival 2023,la rassegna multidisciplinare diretta da Ruggero Cappuccio.  


Alessandro Preziosi è il protagonista principale e il regista della prima assoluta di “Aspettando Re Lear” di Tommaso Mattei che rilegge Shakespeare. Concentrandosi sul momento chiave dell’intera tragedia: la tempesta che colpisce Lear proprio mentre vaga nella landa desolata per allontanarsi dal disastro combinato con le “amate” figlie. Lear, assiste inerme allo sconvolgimento dell’ordine naturale. In “The Invention of the Human” Harold Bloom scrive: "Entriamo piangendo alla nostra nascita, sapendo con Lear che la creazione e la caduta sono simultanee". Lear ama solo sé stesso e la mancanza d’amore che l’ha indotto alla follia. La tempesta è il culmine del caos a cui alla fine Lear deve arrendersi tornando uomo tra gli uomini, debole, stanco, ma finalmente spoglio di quella corona che lo ha condotto alla distruzione. In scena con Preziosi, gli attori Francesco Biscione, Roberto Manzi, Federica Fresco e Valerio Ameli.


 Le Inquietitudini di MALKOVICH al Teatro Politeama. In tandem con l'attrice lituana Ingeborga Dapkunaite, si interrogano sull’illuminante mistero di “In the solitude of cotton fields” di Koltès, per la regia di Timofey Kuliabyn.  Il plot narrativo è apparentemente molto semplice: in una strada buia, un venditore cerca di proporre la sua merce, non è specificato cosa, a un acquirente. L’autore sembra voler confondere lo spettatore piuttosto che aiutarlo a comprendere il conflitto. L’oggetto del commercio è invece la lussuria sessuale. Entrambi devono confessare la propria. Lo spettacolo parla di perversione sessuale, di un desiderio nascosto che è punibile, riconosciuto come criminale da qualsiasi società, secondo le leggi di oggi.
Siamo nel subconscio loro, ma anche nel nostro. Gli attori cambiano ruolo durante la rappresentazione. Fino  all' ultimo dialogo prima della tragedia…”.  Performance molto spettacolare: con effetti video, con primi piani dei volti degli attori. 
E cosa farà adesso Massimo Perrino, responsabile ufficio stampa, che ha diretto con la bacchetta magica il “traffico” di accrediti, biglietti del cerimoniale, il coro last minute dei “vengo anche io"… Ritornerà al suo amore di sempre, la poesia in dialetto, anzi, in lingua napoletana.  “Soli”, sua ultima sofisticata raccolta, ha il ritmo di una canzone partenopea. Per questo lo chiamano il “Pino Daniele in versi”. Ad maiora.

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