08 Marzo 2022
Nella raccolta chiesa protestante nel centro storico di Sankt Moritz, la galleria Robilant + Voena ha allestito una mostra che contrappone l’opera proiettata verso il futuro di Lucio Fontana con opere gotiche di maestri toscani principalmente del trecento.
Si tratta della seconda esposizione ispirata a questo confronto, dopo quella del 1999 allestita a Milano sempre da Marco Voena con la Galleria Sperone Westwater.
Nel tardo Medioevo e nel primo Rinascimento, il fondo oro era utilizzato per rappresentare il non reale, qualcosa di irraggiungibile, la sfera celeste, il sacro.
Venivano utilizzate sottilissime lamine d'oro battute dai "Battiloro" che le ricavavano dalle monete, fissate con albume d'uovo.
Più tardi con l'uso dei pigmenti pittorici della pittura ad olio la tecnica della doratura viene abbandonata e il tema centrale diventerà l'uomo e non solo il divino.
La particolarità di questa mostra sta nella scelta e nell'accostamento visivo delle opere antiche e sacre con quelle provocatorie e dissacranti di uno dei massimi esponenti dell'arte contemporanea, con i dettagli che vengono messi in evidenza da questa contrapposizione, come i tagli che rimandano alla verticalità della croce, le terracotte spaccate e forate che contrastano con la spiritualità dei dipinti sacri. La Madonna con la Ceramica smaltata modellata impulsivamente con i pollici e la Natività di Pietro Francesco Orioli; lo straordinario Concetto Spaziale del 1952 dipinto come un cielo costellato e il fondo oro rotondo in contrapposizione con la Sacra famiglia cinquecentesca del Botticini.
Una chiave di lettura inedita e suggestiva di opere di per sè molto significative.
In mostra anche un omaggio con tre sculture in metallo di Fausto Melotti del 1985/86
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