16 Settembre 2025
Palazzo Fava
Palazzo Fava, la prossima mostra di Michelangelo e Bologna si terrà dal 14 novembre al 15 febbraio. L’esposizione, curata da Cristina Acidini e Alessandro Cecchi, celebra il genio di Michelangelo con un focus inedito sul suo rapporto con Bologna. Il progetto espositivo è promosso dalla Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna, nell’ambito del progetto culturale Genus Bononiae, e prodotto da Opera Laboratori.
In occasione del 550° anniversario della nascita di Michelangelo Buonarroti, il 14 novembre 2025 apre al pubblico a Palazzo Fava, la mostra Michelangelo e Bologna, un progetto espositivo promosso dalla Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna, nell’ambito del progetto culturale Genus Bononiae, e prodotto da Opera Laboratori. L’esposizione, curata da Cristina Acidini, Presidente della Fondazione Casa Buonarroti e dell'Accademia delle Arti del Disegno, e Alessandro Cecchi, Direttore della Fondazione Casa Buonarroti, sarà visitabile sino al 15 febbraio 2026. La mostra propone un percorso originale che approfondisce il legame tra Michelangelo Buonarroti e la città di Bologna, con particolare attenzione ai suoi soggiorni bolognesi e al contesto artistico e culturale in cui si formò nei suoi anni giovanili. Il racconto si sviluppa attraverso un percorso che combina opere originali, calchi storici, disegni, libri antichi e documenti d’archivio, offrendo uno sguardo ampio ma analitico sull’evoluzione del genio michelangiolesco. Il viaggio inizia a Firenze, culla del Rinascimento e città in cui Michelangelo riceve la sua prima formazione artistica. Immerso nel vivace ambiente culturale promosso da Lorenzo il Magnifico, il giovane artista si confronta con la scultura classica, lo studio anatomico e la tensione espressiva del corpo umano. In questa sezione, opere come la Madonna della Scala, scolpita in età adolescenziale e concessa eccezionalmente in prestito dalla Fondazione Casa Buonarroti, raccontano già lo straordinario talento dell’artista. La affianca un prezioso disegno originale, particolarmente significativo per questa fase della vita artistica di Michelangelo. L’influenza di maestri come Jacopo della Quercia è evidenziata attraverso un calco del Tondo Ludovisi e una Madonna con Bambino proveniente dall’Oratorio di San Bernardino a Siena. Il percorso prosegue con l’arrivo a Bologna nel 1494, a seguito della cacciata dei Medici da Firenze. Qui Michelangelo trova rifugio e riceve una prestigiosa commissione: completare alcune statue per l’Arca di San Domenico. Le sculture del San Procolo, dell’Angelo reggicandelabro e di San Petronio testimoniano la maturità precoce dell’artista e il suo primo confronto con la scultura emiliana. Questa fase segna l’inizio di un dialogo profondo con l’identità artistica della città. A fare da cornice a questo importante soggiorno è la Bologna dei Bentivoglio, potente famiglia che, tra Quattrocento e Cinquecento, trasforma la città in un vivace centro politico e culturale. La mostra ricostruisce questo scenario attraverso ritratti, opere d’arte, documenti e oggetti d’epoca, delineando un contesto fondamentale per comprendere l’impatto che Bologna ebbe sulla crescita di Michelangelo e sui suoi primi rapporti con il potere. L’ultima parte dell’esposizione è dedicata al secondo soggiorno bolognese, tra il 1506 e il 1508, quando Michelangelo è chiamato da papa Giulio II per realizzare una colossale statua bronzea del pontefice destinata alla facciata di San Petronio. La statua, oggi perduta, è al centro di una vicenda che riflette il rapporto complesso e appassionato tra l’artista e il pontefice, preludio alla monumentale impresa della volta della Cappella Sistina. La mostra presenterà alcune lettere autografe del carteggio michelangiolesco, preziose testimonianze del suo rapporto con Giulio II, con i familiari, e del clima politico e sanitario del tempo (è qui documentata, infatti, anche la diffusione della peste). Sarà altresì possibile ammirare un disegno originale di Michelangelo, studio per la tomba di Giulio II. Un ampio programma di attività didattiche accompagnerà l’esposizione, con proposte pensate per pubblici diversi e finalizzate a favorire un incontro diretto e coinvolgente con l’opera di Michelangelo. Il progetto ha già ricevuto il patrocinio della Regione Emilia-Romagna, del Comune di Bologna, dell’Alma Mater Studiorum – Università di Bologna e dell’Accademia di Belle Arti di Bologna. Ad anticipare l’apertura della mostra saranno due Affreschi musicali, inedite conversazioni-concerto organizzate in collaborazione con la Fondazione Musica Insieme, che animeranno le sale di Palazzo Fava nel mese di ottobre. Mercoledì 8 ottobre alle 18.30 andrà in scena Deh dimmi Amor, un viaggio tra madrigali, canzoni e balletti del Rinascimento con il Coro da Camera Euridice e l’Ensemble di strumenti antichi “Circe”, introdotto da Nicola Badolato, mentre mercoledì 22 ottobre, sempre alle ore 18.30, sarà la volta di Gli occhi miei vaghi delle cose belle, che intreccerà i sonetti michelangioleschi con i Seven Sonnets op. 22 di Benjamin Britten e Il Pensieroso di Franz Liszt, interpretati dal tenore Mark Milhofer e dal pianista Marco Scolastra, con una prolusione di Diego Tripodi. Due appuntamenti che sveleranno al pubblico un inedito Michelangelo “poetico” e la testimonianza della sua influenza sulla musica attraverso i secoli. Michelangelo e Bologna rappresenta un’occasione unica per riscoprire il Buonarroti in un dialogo serrato con la città felsinea, attraverso capolavori e documenti che mettono in luce il suo legame con Bologna e il ruolo cruciale che questa ebbe nel suo percorso. Il progetto espositivo, che si arricchisce inoltre della presenza di opere di altri grandi protagonisti del periodo, tra cui Ercole de’ Roberti, Francesco Francia, Lorenzo Costa e Amico Aspertini, si propone come un vero e proprio omaggio corale al Rinascimento italiano e ai suoi intrecci artistici e culturali più fertili.
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