28 Settembre 2020
Riesplode il conflitto del Nagorno Karabakh tra Armenia e Azerbaijan in un crescendo di violenza. Gli scontri rischiano di allargarsi ben oltre le montagne della regione autonoma contesa e i confini dei due Stati nemici come ha già minacciato il premier di Erevan.
Come riporta l'Ansa la guerra congelata dal 1994 si è riaccesa improvvisamente la notte scorsa quando l'esercito azero ha bombardato le postazioni delle forze indipendentiste armene che avevano attaccato e poi ha lanciato una controffensiva. Immediatamente i separatisti armeni hanno proclamato la legge marziale e la "mobilitazione generale". A distanza di qualche ora Armenia e Azerbaigian hanno fatto lo stesso.
"Il governo ha deciso di dichiarare la legge marziale e la mobilitazione generale", ha scritto su Facebook il premier armeno Nikol Pashinyan. La presidenza azera, a sua volta, come riporta Ansa, ha comunicato la proclamazione della legge marziale e il coprifuoco nella capitale Baku e in altre città. Assieme a quella delle armi, è iniziata subito anche la guerra della propaganda e delle accuse reciproche a colpi di comunicati e post sui social.
"Siamo tutti uniti dietro al nostro Stato e al nostro esercito, e vinceremo. Lunga vita al glorioso esercito armeno", ha scritto su Facebook il premier armeno dopo la notizia dell'abbattimento da parte dei ribelli filo-armeni di due elicotteri azeri. Il governo di Erevan non ha neanche tentato di nascondere i suoi fini, ha rilanciato il governo di Baku, spiegando che all'alba le forze azere hanno iniziato un'offensiva per "neutralizzare le forze belliche dell'Armenia e salvaguardare la sicurezza della popolazione civile".
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