09 Febbraio 2023
Roberto Benigni apre la prima serata del Festival di Sanremo con un monologo sulla Costituzione italiana che nel 2023 compie 75 anni. Per la prima volta nella storia un presidente della Repubblica presenzia all'evento: Sergio Mattarella e sua figlia Laura sono seduti in un palchetto sopraelevato.
Benigni lo ringrazia e lo elogia come garante della Carta Costituzionale, "la più bella che si possa immaginare". Ricorda che il padre del presidente, Bernardo Mattarella, è stato uno dei politici che ha redatto la Costituzione, quindi è come se Sergio e la Carta avessero lo stesso sangue.
Il comico e attore toscano non accenna alla gestione della pandemia da parte di Conte e Draghi, che hanno agito con il benestare del presidente. Afferma addirittura che il suo articolo preferito è il 21 che dovrebbe garantire le libertà. Va anche oltre perché elogia l'articolo 11 in cui si legge che "l'Italia ripudia la guerra". Benigni deve essere stato in vacanza durante l'ultimo anno in cui l'Italia e la Nato hanno foraggiato il conflitto fra Russia e Ucraina.
"Qui è tutto nuovo, anche l'Ariston, sembra uscito dalla fabbrica ora, ho sentito che in gara ci sono tanti cantanti giovani, poi c'è il presidente della Repubblica, per la prima volta, anche questa è una novità". Così Roberto Benigni sul palco dell'Ariston nell’apertura della prima serata dell’edizione 2023. "Lei - ha detto Benigni rivolto a Mattarella - è al secondo mandato, Amadeus è al quarto e ha già prenotato il quinto, è costituzionale? Presidente bisogna fermarlo", ha scherzato Benigni. "Bisogna fermarlo, è dittatura. Ma gli perdoniamo tutto perché è davvero una persona straordinaria e un grande direttore artistico. Il fatto che sia riuscito ad avere per la prima volta il Presidente della Repubblica a Sanremo lo dimostra", ha aggiunto. E poi ha continuato: "Presidente, ma l'hanno avvisata di quanto dura il Festival? Alle due di notte siamo a metà".
"Quest'edizione è particolare perché cade nel 75° anniversario della Costituzione, e la Costituzione è legatissima con l'arte, la Costituzione è un'opera d'arte e ogni parola sprigiona una forza evocativa e rivoluzionaria, perché butta all'aria l'oppressione e la violenza che c'era prima, ci fa sentire che viviamo in un Paese che può essere giusto e bello, che si può vivere in un mondo migliore. È un sogno fabbricato da uomini svegli, ed è una cosa che può accadere una volta nella storia di un popolo. ‘Penso che un sogno così non ritorni mai più' si addice alla nostra Costituzione. L'hanno fatta in pochissimo tempo, sono stati dei visionari, ed è stato un miracolo perché erano 556 di tanti partiti, divisi su tutto tranne su una cosa: essere uniti per scrivere la Costituzione più bella. E non si rivolge alla società presente ma guarda al futuro. La Costituzione non si scorda di nessuno. Hanno fatto la Costituzione più bella che si possa immaginare. Pensate all'articolo 11 'L'Italia ripudia la guerra'. Se lo avessero adottato tutti i Paesi non esisterebbe più la guerra sulla Terra”.
L’attore toscano ha poi rivolto un pensiero a chi la Costituzione l’ha scritta: "I padri e le madri costituenti hanno lasciato l'ultima pagina bianca, perché dovevamo scriverla noi, con la nostra vita. La Costituzione non è solo da leggere, ma è da amare, bisogna farla entrare in vigore ogni giorno. Loro hanno tracciato la via e ci hanno lasciato una sola cosa da fare: far diventare questo sogno realtà". Ha detto Roberto Benigni dal palco e poi, rivolgendosi nuovamente al Presidente Mattarella: "Tra i nostri padri costituenti c'era Bernardo Mattarella che è il padre del Presidente, lei e la Costituzione avete avuto lo stesso padre, possiamo dire che la Costituzione è sua sorella”
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