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Meloni a Porta a porta: "Minacce di morte da trafficanti di esseri umani", e bacchetta Elkann sul no al Parlamento: "Gli sfuggono fondamentali della Repubblica" - VIDEO

Dal tema dei migranti a quello del no di Elkann, per finire ai dossieraggi

31 Ottobre 2024

Meloni a tutto campo aPorta a porta. La premier intervistata da Bruno Vespa ha spaziato su diversi argomenti: dal tema dei migranti al no di Elkann ad un'audizione in Parlamento.

Meloni a Porta a porta: "Minacce di morte da trafficanti di esseri umani"

"È la prima volta che i trafficanti di esseri umani mi hanno minacciato di morte", spiega Meloni a Porta a porta. "Sono convinta che la ragione per cui si sta facendo qualsiasi cosa possibile per bloccare il protocollo con l’Albania, è che tutti capiscono che è la chiave di volta per bloccare le migrazioni irregolari", sostiene. "Se lo scafista si ritrova fuori dai confini europei è il più grande deterrente che puoi mettere in campo".

La premier torna sulla sentenza del tribunale di Roma che ha fatto tornare indietro i 12 migranti arrivati in Albania. "Quando si dice che il Bangladesh non è un paese sicuro parliamo di 180 milioni di abitanti a cui stiamo dicendo venite in Italia: quale governo lo regge? Penso che per alcuni l’obiettivo sia impedire di fermare l’immigrazione irregolare". Dopodiché tocca il tema del presunto razzismo nella polizia italiana: "Qualche giorno fa c’è stato un surreale pronunciamento del Consiglio d’Europa che diceva che la polizia italiana è razzista quindi un giudice potrebbe tranquillamente sostenere che nemmeno l’Italia di oggi è un paese sicuro. Per carità. Potrebbe risolvere qualche problema, la faccio io tra un po’ l’istanza perché anche in Italia abbiamo qualche problema in qualche territorio circoscritto, seguendo questi ragionamenti".

Meloni bacchetta Elkann sul no al Parlamento: "Gli mancano fondamentali della Repubblica"

Meloni bacchetta John Elkann sul no del presidente di Stellantis ad una audizione in Parlamento. "Temo che a John Elkann sfuggano dei fondamentali della Repubblica italiana", pur confermando "la disponibilità a un dialogo franco e rispettoso".

"Sono due cose completamente diverse, un tavolo a Palazzo Chigi, un confronto con il Governo e la richiesta di audizione, diciamo così, da parte del Parlamento e quindi una non esclude affatto l'altra. Tra l'altro noi siamo una Repubblica parlamentare, questo lo dico da parlamentare, io sono stata una parlamentare per diversi anni, sono parlamentare e quindi, diciamo, questa mancanza di rispetto verso il Parlamento io me la sarei evitata".

Tuttavia con Stellantis "c'è un dialogo che continueremo a fare come lo facciamo con tutti, senza sudditanze e senza condizionamenti, ciò non toglie che sarebbe stato più che sensato andare in Parlamento ad ascoltare che cosa il Parlamento della Repubblica Italiana, nazione che a quella che oggi è Stellantis ha dato moltissimo, avesse da dire all'azienda".

Meloni: "Mettere fine allo schifo dei dossieraggi"

"Penso si debba mettere fine a questo schifo", asserisce Meloni parlando dei dossieraggi. "Esiste un mercato delle informazioni, come si rubavano i gioielli, oggi accade con le informazioni. Prima in banca, poi a Milano, poi a Roma.... Avevamo già varato un tavolo, ma la cosa più importante è l'infedeltà dei funzionari, non sono degli estranei, ma funzionari italiani che usano il loro potere per fare altro con quelle banche dati, il problema non è l'hackeraggio".

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