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Ruggieri (Intesa Sanpaolo): “Il futuro si costruisce oggi: innovazione e cooperazione guidano la crescita”

Il Chief Lending Officer di Intesa Sanpaolo, intervistato da Il Giornale d’Italia in occasione del Premio Ugo La Malfa alla Cattolica, evidenzia l’impatto della cooperazione sullo sviluppo dei territori e il ruolo del sistema bancario nel sostegno alla crescita delle imprese

05 Dicembre 2025

Raffaello Ruggieri, Chief Lending Officer di Intesa Sanpaolo, intervistato da Il Giornale d’Italia in occasione del “Premio Ugo La Malfa per la cooperazione internazionale” presso l’Università Cattolica, ha approfondito il significato dell’iniziativa e il valore del dialogo tra istituzioni e imprese, soffermandosi sul ruolo del sistema bancario nel sostenere l’innovazione, sull’importanza della cooperazione per lo sviluppo dei territori e sulle condizioni necessarie per rafforzare la crescita del tessuto produttivo italiano.

Qual è il contributo che una banca come Intesa Sanpaolo può offrire alla cooperazione internazionale?

Il contributo più importante che Intesa Sanpaolo ha garantito negli ultimi tredici anni, sotto la guida del dottor Messina, è la capacità di sostenere le imprese in ogni fase del loro percorso. Troppo spesso si parla delle aziende solo quando hanno successo; il nostro impegno, invece, è accompagnarle anche nei momenti più complessi, come dimostra il rilancio di realtà simbolo di difficoltà, poi trasformatesi in esempi di futuro possibile, come Ferro Sud.
Il nostro supporto non si limita al credito, ma comprende l’intero spettro dei servizi di corporate e investment banking, fino alle competenze di wealth management. Accompagniamo le aziende nelle diverse stagioni della loro crescita, con un obiettivo preciso: rafforzare i territori. Quando un’impresa come Mermec riesce a diventare competitiva a livello globale, è tutto il sistema a beneficiarne: i territori diventano più forti, le imprese diventano più forti, le banche stesse possono consolidarsi e, di conseguenza, cresce anche il Paese.

Durante il suo intervento ha affermato che “il futuro è oggi”. Come si possono trasformare simboli di resa in storie di successo?

Come ha ricordato il Cavaliere Pertosa, servono tenacia e determinazione. Quando ho usato la metafora del “zappare”, intendevo dire che là dove un tempo si lavorava la terra, oggi si coltiva innovazione. Spesso si cade nella cultura dell’alibi, sostenendo che sia difficile, che non si possa fare o che manchi una politica industriale; la vera sfida, però, è agire nel “qui e ora”, come direbbe Julio Velasco. Significa partire dalle persone, creare le condizioni per sviluppare innovazione e restituire ai giovani quella fiducia che talvolta sembra smarrita. Non si tratta di chiedersi dove si dovrebbe andare a lavorare, ma di costruire contesti capaci di offrire opportunità. Lo hanno ricordato anche il Presidente Mattarella e il dottor Messina: la speranza nasce quando si investe sulle competenze, che poi possono essere portate nel mondo.

È quindi più importante sviluppare competenze pratiche rispetto a soffermarsi solo sulla teoria?

Assolutamente sì. L’esperienza del Cavaliere Pertosa lo dimostra: dove un tempo si zappava la terra, oggi si coltiva innovazione. La questione delle competenze non è uno slogan, ma una necessità per fare dell’Italia una vera frontiera dell’innovazione.
Il nostro Paese può contare su studenti eccellenti, dalle scuole elementari fino alle università che oggi figurano ai vertici dei ranking europei. E, tornando al ruolo di Intesa Sanpaolo, una banca radicata nei territori può contribuire a far crescere questi giovani attraverso iniziative mirate e, soprattutto, grazie alla capacità di generare utili. Perché l’utile non è un fine, ma una condizione essenziale per sostenere percorsi che permettano ai giovani di sviluppare competenze e portarle nel mondo.

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