03 Dicembre 2025
Roberto Tasca, Presidente di A2A, intervistato da Il Giornale d’Italia in occasione della presentazione del primo "Climate Transition Plan" del Gruppo, ha illustrato il significato dell’iniziativa e la rilevanza del confronto con istituzioni e stakeholder, soffermandosi sul ruolo delle aziende nella transizione climatica, sulla necessità di una pianificazione responsabile e sulle condizioni che possono sostenere l’evoluzione del sistema energetico nazionale.
Qual è l'importanza del piano di transizione nel contesto attuale?
L’importanza di un piano di transizione climatica per noi è significativa perché rappresenta una dichiarazione trasparente dei nostri orientamenti, allo stesso modo in cui rendicontiamo risultati economici, finanziari e patrimoniali per investitori, mercati e azionisti. Attraverso questo piano assumiamo una responsabilità collettiva che riteniamo propria del ruolo delle aziende, soprattutto in una fase in cui il dibattito pubblico non mostra un vero riflusso, ma piuttosto un momento di riflessione.
Negli ultimi anni si è verificata un’accelerazione molto forte delle politiche climatiche, spesso più rapida della capacità dei sistemi economici di adattarsi, e oggi l’Unione europea si sta interrogando su come rendere più equilibrato questo percorso. In questo contesto noi ci inseriamo presentando sia i risultati industriali sia il nostro posizionamento in termini di responsabilità climatica, contribuendo a definire un quadro chiaro e coerente tra obiettivi ambientali e sostenibilità economica.
Come sta procedendo il dialogo tra aziende e istituzioni e in che modo potrebbe evolvere nei prossimi anni?
Il dialogo con le istituzioni procede in modo molto positivo, perché vi è piena consapevolezza dei rischi rilevanti associati al cambiamento climatico. I bilanci pubblici, da soli, non sono in grado di sostenere gli impatti potenziali e in alcuni casi nemmeno i sistemi assicurativi riescono a coprirli. È quindi necessario rafforzare le politiche di prevenzione e organizzare interventi che permettano sia di adattare i sistemi economici sia di costruire misure capaci di ridurre l’insorgenza di eventi estremi.
Per quanto riguarda il rapporto con le altre imprese, nel settore energetico italiano registriamo un forte allineamento: tutti gli operatori, attraverso i piani presentati negli ultimi anni, hanno manifestato una chiara assunzione di responsabilità. Questo dimostra che, nonostante una certa inclinazione nazionale al pessimismo, esiste la capacità di mantenere un ottimismo concreto e realistico nell’immaginare uno sviluppo economico che rispetti vincoli ambientali ormai non più rinviabili.
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