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Sabato (Acea Acqua): "Reti idriche obsolete, perdite al 40%, continuare con partnership pubblico-privato per nuovi investimenti"

Il Giornale d'Italia ha intervistato Tommaso Sabato, Presidente di Acea Acqua: "Il privato deve avere la capacità di attrarre talenti, persone e innovazione, e di proporre al pubblico investimenti sostenibili per le comunità"

05 Luglio 2025

Tommaso Sabato, Presidente di Acea Acqua, in occasione della summer edition della quinta edizione del “Forum in Masseria”, la rassegna economica e politica organizzata da Bruno Vespa e Comin & Partners a Manduria, è stato intervistato da Il Giornale d'Italia.

Alla luce della crescente instabilità climatica. Quanto è urgente oggi un nuovo piano nazionale per la gestione delle risorse idriche?

"Sicuramente è evidente a tutti che l’acqua sia ormai una risorsa scarsa. Ne stiamo prendendo coscienza collettivamente, anche perché i consumi stanno aumentando notevolmente. Le abitudini delle persone sono cambiate: consumiamo di più, l’industria consuma di più, l’agricoltura consuma di più. Il problema è che mentre la domanda cresce, l’offerta diminuisce. Piove meno, oppure piove male, ovvero con eventi estremi e intensi. La disponibilità d’acqua, dagli anni ’70 ad oggi, è calata notevolmente pro capite.

Il punto è cosa possiamo fare per affrontare e ottimizzare l’acqua che abbiamo a disposizione. Le reti italiane, sia a livello di invasi che di distribuzione, sono obsolete, con perdite importanti, si parla in media del 40%, con territori che arrivano anche al 70-80%. 

I privati possono fare molto, sia trovando soluzioni finanziarie per finanziare gli investimenti, sia portando competenze tecniche e manageriali per realizzarli. Tuttavia, non tutto può gravare sui privati o essere caricato sulle tariffe. Serve un piano di investimenti pubblico, organizzato a livello nazionale, che consenta una visione unitaria e non interventi frammentari, a “macchia di leopardo”. Inoltre, è fondamentale che le tariffe restino eque e sostenibili per i cittadini.

In questo contesto, il PNRR ha dato un primo aiuto, sono stati destinati 4,5 miliardi di euro al settore idrico. È un buon inizio, ma non basta. Ci vorrà comunque l’impegno delle istituzioni per continuare a finanziare, e quindi co-finanziare con i privati, la seconda fase di sviluppo. Negli ultimi anni la spesa pro capite per investimenti è cresciuta, nel 2023-24-25 è passata da 60 a 70 fino a 80 euro per abitante. È ancora sotto la media europea, ma è in crescita. Dobbiamo continuare su questa strada e sperare che una partnership pubblico-privato porti nuovi investimenti e continui a sostenere questo trend positivo."

Qual è l'importanza delle utility nella prevenzione delle crisi idriche

"Ci sono soggetti industriali che gestiscono un servizio pubblico, prelevano l’acqua e la portano all’agricoltura, all’industria, al consumo civile, anche attraverso il riciclo. Il loro ruolo non è solo quello di gestori passivi della rete, ma anche proattivi, proporre e realizzare progetti concreti, innovativi e sostenibili nei tempi. Il privato deve avere la capacità di attrarre talenti, persone e innovazione, e di proporre al pubblico investimenti sostenibili per le comunità."

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