28 Aprile 2023
Giuseppe de Rita, fondatore di Censis, in occasione della presentazione del rapporto Censis-UGL, ha dichiarato a Il Giornale d'Italia:
"Siamo in un periodo del tutto particolare, rispetto ad una cultura del lavoro tradizionale, un po’ lagnosa se vogliamo “c’è poco lavoro, c’è poco occupazione, cioè squilibrio, non c’è uguaglianza.
Qui, invece, cambia un po’ tutto, c’è gente che dice: io non trovo gente da far lavorare.
C’è una domanda di lavoro cui non corrisponde l’offerta. È un atteggiamento del tutto nuovo rispetto al passato, ci si lamenta che c’è poco lavoro e, poi, alla fine c’è molta domanda di lavoro. Il che significa che si è rotto lo schema mentale del mercato del lavoro. Oggi avere soltanto il liceo classico non serve più a niente, anche sei si pensa di doverlo fare a livello operaio. E, invece, oggi anche a livello basso c’è un bisogno di qualità assoluta.
Il meccanismo è che non c’è più una divisione netta tra i mondi del lavoro, ce ne sono tanti, e questa intersecazione di mondi del lavoro - dipendente, non dipendente, a contratto, non a contratto - crea una specie di sbandamento intellettuale. Per cui chi apre un giornale trova intere pagine in cui si dice “non trovo un cameriere, non trovo un amministratore, non trovo niente” e dall’altra parte, magari, vede una pagina con le statistiche che dice che c’è ancora grande disoccupazione.
Questo è il momento in cui tutti coloro che fanno questo mestiere, da io che faccio il ricercatore al sindacato, devono cambiare modo di pensare."
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