La Cambogia ha accusato la Thailandia di aver "intensificato i bombardamenti" nella mattinata nella provincia di Banteay Meanchey, nel nord-ovest del Paese, proprio mentre erano in corso trattative per porre fine alle ostilità. Secondo il Ministero della Difesa di Phnom Penh, "l'esercito thailandese ha schierato caccia F-16 che hanno lanciato almeno 40 bombe, intensificando i raid nell'area del villaggio di Chok Chey".
Cambogia, 40 bombe thai nella regione di Meanchey, Phnom Penh accusa Bangkok di intensificare attacchi, sospesi colloqui di pace - VIDEO
Da Bangkok arriva però una versione opposta dei fatti. I media thailandesi riferiscono di "massicci attacchi cambogiani durante la notte" lungo il confine nella provincia di Sa Kaeo, nel sud-est della Thailandia, dove diverse abitazioni sarebbero state danneggiate dai bombardamenti. Un botta e risposta che ha di fatto fatto fallire il secondo giorno di negoziati avviati a Chanthaburi, in territorio thailandese, e mediati dagli Stati Uniti.
Il primo ministro cambogiano Hun Manet ha reso noto di aver parlato telefonicamente con il segretario di Stato americano Marco Rubio, discutendo di "come garantire un cessate il fuoco lungo il confine tra Cambogia e Thailandia". Ma dopo il nuovo scambio di accuse e bombardamenti, la tregua mediata in ottobre appare sempre più fragile, mentre sul terreno continuano evacuazioni e nuovi sfollamenti della popolazione civile.
Contesto e origini del conflitto
Le tensioni tra Cambogia e Thailandia affondano le radici in una disputa di confine lunga decenni, legata a una demarcazione di circa 800 chilometri mai del tutto chiarita. Tra il 23 e il 24 luglio il confine è tornato a infiammarsi, con scontri concentrati inizialmente nei pressi di Prasat Ta Muen Thom, un tempio sacro hindu-khmer situato in un’area contesa.
Tuttavia, le origini della disputa risalgono all’epoca coloniale. Nel XIX secolo la Cambogia entrò a far parte del protettorato francese dell’Indocina, mentre la Thailandia – allora Siam – riuscì a mantenere l’indipendenza. Tra il 1904 e il 1907, una serie di trattati tra Francia e Siam tracciò i confini lungo la catena dei Dângrêk, ma le mappe realizzate dai cartografi francesi risultarono spesso ambigue, lasciando zone di frontiera dalla sovranità incerta. Quelle stesse ambiguità sono oggi alla base delle ripetute crisi tra i due Paesi.