02 Dicembre 2025
In un’intervista choc, il membro di estrema destra del Likud Moshe Feiglin ha espresso il suo sostegno a quella che definisce la “soluzione di Trump” per Gaza, ovvero la deportazione forzata dei palestinesi e il rifiuto totale della creazione di uno Stato palestinese, di fatto insistendo sul proseguo del genocidio.
Durante l’intervista a Channel 14, Feiglin ha addirittura elogiato l’idea di sostituire la soluzione politica con una strategia fondata sulla deportazione forzata della popolazione palestinese, presentando la cosiddetta “soluzione di Trump per Gaza” come modello da applicare anche in Cisgiordania. L’emigrazione di massa, secondo il politico del Likud, sarebbe preferibile alla nascita di uno Stato palestinese, considerato da lui e da altri esponenti dell’estrema destra un pericolo per la sicurezza di Israele. Ma la realtà sarebbe ben diversa e a parlare sono i numeri del genocidio commesso da Israele a Gaza, ad esempio gli oltre 64mila bambini morti e mutilati.
Non contento, Feiglin ha richiesto misure drastiche di segregazione fisica: divieti di accesso per i palestinesi alle strade pubbliche, obbligo di percorsi separati e limitazioni sistematiche ai loro spostamenti. Una linea genocidaria che ha descritto come “misure di sicurezza”, nonostante corrispondano a forme di punizione collettiva e pulizia etnica duramente contestate a livello internazionale.
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