19 Ottobre 2025
Oltre 7 milioni di dimostranti in più di 2700 manifestazioni coast to coast, da New York a San Francisco. Ieri, sabato 18 ottobre, fiumi di persone si sono riversati nelle strade e nelle piazze delle città di molti degli Stati federali Usa per protestare contro il presidente Donald Trump accusato di "derive autoritarie".
Le proteste hanno riguardato quasi tutte le città più importanti degli Stati Uniti, New York, Washington, Chicago, Boston, Atlanta, Philadelphia, confermandosi come "una delle più grandi manifestazioni nazionali in un solo giorno nella storia degli Usa". Le manifestazioni sono state organizzate dal movimento "No Kings", composto da circa 300 organizzazioni, e hanno rivendicato la "democrazia" americana "minacciata" dalle derive autoritarie trumpiane. Ciò che soprattutto viene contestato al tycoon dai dimostranti - che si sono riuniti persino nei pressi della residenza di Trump a Mar-a-Lago (Florida) - sono le politiche dell'establishment trumpiano, soprattutto in materia di gestione della sicurezza pubblica e dell'immigrazione illegale. Problemi che avevano portato Trump a scegliere di dispiegare la guardia nazionale in città come Washington, Los Angeles, Memphis e recentemente anche a Chicago, nell'Illinois, scatenando le proteste e le reazioni legali di molti giudici federali e del governatore J.B. Pritzker.
Già lo scorso 14 giugno oltre cinque milioni di dimostranti si era riunito per denunciare le mosse politiche di Trump, ma nulla in confronto a quanto avvenuto ieri negli Usa dove i cortei hanno mostrato cartelloni con scritte come "Resistenza" o l'immagine di corone depennate. Anche personaggi come Robert De Niro e Bernie Sanders e politici (tra cui Hillary Clinton) hanno sostenuto l'iniziativa ("In America non abbiamo re, e non ci tireremo indietro contro caos, corruzione e crudeltà”) mentre le reazioni dalla Casa Bianca non si sono fatte attendere. Mike Johnson, presidente della Camera, ha accusato i manifestanti di riunire "marxisti, socialisti, anarchici"; il senatore Tom Emmer ha parlato di "ala terrorista" del Partito Democratico.
La stilettata contro i dimostranti è però arrivata dal vicepresidente J.D. Vance e dallo stesso Trump. Il primo ha pubblicato un post sul social Bluesky raffigurante Trump che si auto incorona ed estrae la spada mentre davanti a lui sudditi politici s'inginocchiano. Trump invece, che in un'intervista aveva risposto "Non sono un re", ha postato un video - creato con l'intelligenza artificiale - che ritrae sé stesso alla guida di un aereo da caccia nominato "KING TRUMP" e che, ad un certo punto, spara sui dimostranti liquido marrone simile ad escrementi.
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