09 Ottobre 2025
Il Giornale d'Italia, in viaggio in Israele dal 7 ottobre, si è recato nuovamente in Hostage Square a Tel Aviv nel giorno della firma del "piano di pace" proposto dal presidente americano Donald Trump fra Hamas e lo Stato Ebraico. Nella piazza si sono radunate centinaia di persone con bandiere israeliane che sono esplose in canti e balli per la prossima liberazione degli ostaggi. Liberazione che, da quanto dice Israele, sarebbe fissata per lunedì, ma che non è così sicura, dati i tanti punti ancora da definire in una tregua momentanea, in primis il ritiro dell'Idf da Gaza.
Piazza degli Ostaggi si è trasformata in un mare di bandiere israeliane, canti e musica. Centinaia di persone si sono riversate in strada per festeggiare la notizia della firma dell'"accordo di pace" tra Israele e Hamas, convinte che gli ostaggi ancora prigionieri nella Striscia di Gaza possano essere finalmente liberati entro lunedì prossimo, come riportato da diverse fonti israeliane.
Tra cori, tamburi e balli, l’atmosfera è quella della speranza e di una felicità incontenibile dopo un anno segnato dal dolore. Eppure, dietro le celebrazioni, l’accordo resta fragile. Fonti diplomatiche chiariscono che l’intesa non è stata ancora perfezionata: mancano dettagli cruciali, tra cui la tempistica e le modalità del ritiro dell’esercito israeliano da Gaza, condizione chiave per Hamas.
Gli Stati Uniti e il Qatar lavorano per consolidare i punti del piano, ma tra Tel Aviv e Gaza la fiducia resta minima. Mentre in piazza si canta e si sventolano bandiere, i negoziati proseguono a porte chiuse.
La festa di Tel Aviv, così piena di speranza, potrebbe essere solo una pausa fragile in una pace ancora tutta da costruire.
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