30 Settembre 2025
"Hamas ha 3-4 giorni per accettare il piano, non c'è molto margine per negoziare". È questo l'ultimatum lanciato dal Presidente degli Stati Uniti Trump parlando ai microfoni dei giornalisti poco prima di intervenire al Pentagono.
Sono ore febbrili quelle seguite all'annuncio, poche ore fa, del piano risolutivo "per la pace" proposto da Trump e dal leader israeliano Netanyahu ad Hamas per concludere il conflitto in corso nella Striscia di Gaza. Piano che propone di mettere fine alla guerra israelo-palestinese ma che si è imposto all'attenzione delle parti per alcuni aspetti controversi, come il fatto di essere stato realizzato senza diretto coinvolgimento di tutti, inclusa Hamas. Intervenuto davanti ai generali Usa in Virginia, il tycoon ha di fatto minacciato Hamas di accettare il piano, altrimenti "sperimenterà l'inferno". Una condizione che già ieri sera, 29 settembre, aveva chiarito in conferenza stampa affermando che se Hamas dovesse tirarsi indietro dagli accordi, "Israele avrà il diritto e il pieno appoggio degli Stati Uniti di completare il lavoro di annientamento". Pressioni affinché Hamas accetti le condizioni poste sul tavolo da Trump e Netanyahu sono arrivate anche dal segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres: "Ora è fondamentale che tutte le parti si impegnino a rispettare questo accordo". Nelle dinamiche geopolitiche movimentate dall'accordo, i paesi arabi e musulmani giocheranno un ruolo fondamentale.
E proprio in Qatar è previsto questa sera, 30 settembre, un nuovo incontro diplomatico con Hamas e la Turchia per discutere il piano di pace del tycoon. "La delegazione negoziale di Hamas - ha dichiarato il portavoce del Ministero degli Esteri qatariota Majed al-Ansari - ha promesso di studiare [il piano, ndr] responsabilmente". La risposta, fanno sapere, arriverà tra qualche giorno. Procedono dunque gli sforzi diplomatici, nonostante - chiarisca il capo del governo di Doha Mohammad Bin Abdel Rahman Al Thani - il piano del tycoon "necessiti di chiarimenti e negoziati. Il piano è ancora nelle sue fasi iniziali e necessita di sviluppi. Stiamo cercando di creare un percorso che preservi i diritti dei palestinesi".
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