24 Settembre 2025
"La Striscia di Gaza non sarà più una fonte di abitazione abitabile". Sono le parole scioccanti rilanciate lo scorso sabato 20 settembre dalla ministra israeliana dell'Innovazione Gila Gamliel, membro del partito di destra Likud, nello studio televisivo del programma "Meet the Press" di Channel 12.
Pochissimi giorni prima dall'apertura a New York della Settimana dell'Assemblea Generale Onu, ed esattamente un giorno prima che Canada, Regno Unito ed Australia annunciassero la volontà di riconoscere apertamente la creazione di uno Stato di Palestina, Gila Gamliel, ministra della Scienza e della Tecnologia, ha nuovamente ribadito il piano genocida di Israele affermando di fatto che della Striscia, una volta occupata l'occupazione, non resterà più nulla. "La Striscia già oggi non ha alcun potenziale di vivibilità" ha detto Gamliel affermando che Gaza diventerà inabitabile dopo la massiccia operazione dell'Idf. "Renderemo Gaza inabitabile finché la popolazione non se ne andrà, e faremo lo stesso in Cisgiordania". La trasformazione di Gaza in un territorio realmente "inabitabile", continua la ministra, è una scelta consapevole ed intenzionale: ai gazawi non resta altro che la "migrazione volontaria". Si ostina a chiamarla così, nonostante sia ormai noto a tutti che il termine è l'espressione congegnata ad hoc per nascondere la pulizia etnica del popolo palestinese e la sua deportazione forzata a Sud. "Cosa c'è di genocida nella migrazione volontaria? Contiene la parola 'volontaria' " ribatte Gamliel facendo due calcoli e aggiungendo che 140.000 palestinesi hanno già lasciato la Striscia dall'inizio della guerra.
"Il mio piano di migrazione volontaria è fattibile e verrà avviato". Oltre il danno la beffa: Gamliel aggiunge inoltre che Israele costruirà edifici per coloro che emigrano, aggiungendo che già esistono Paesi disposti ad accogliere i cittadini di Gaza. Ma non specifica quali. Gamliel comunque si dice "ottimista sul fatto che [la deportazione forzata, ndr] avverrà dalla Giudea e dalla Samaria [la Cisgiordania, ndr] e non solo dalla Striscia di Gaza" e aggiunge: "Ci deve essere una migrazione volontaria affinché possiamo raggiungere l'obiettivo della guerra di garantire che Gaza non rappresenti una minaccia per Israele in futuro".
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