10 Settembre 2025
Nel pomeriggio di mercoledì 10 settembre, Israele ha colpito nuovamente lo Yemen con diversi raid. I bombardamenti hanno coinvolto soprattutto la capitale Sana'a, ma anche altri centri non sono stati risparmiati. Presi di mira i campi militari degli Houthi e edifici governativi del ministero della Difesa. Per ora si contano oltre 35 morti e 130 feriti, ma i dati sono destinati a salire.
Israele ha deciso di continuare ad estendere la propria offensiva ben oltre Gaza, lanciando un pesante attacco aereo contro lo Yemen. Dodici caccia dell’aeronautica israeliana hanno colpito sei obiettivi nelle province di Sana'a e Al-Jawf, tra cui campi militari, un deposito di carburante e il quartier generale della propaganda Houthi. Ma i raid non hanno risparmiato infrastrutture civili: il ministero della Salute yemenita parla di almeno 35 morti e 131 feriti, tra cui donne e bambini, mentre i media locali denunciano la distruzione di un centro medico pubblico e di un edificio legato al ministero della Difesa.
L’operazione, denominata da Tel Aviv come risposta alla minaccia Houthi, rischia di accendere un nuovo fronte di guerra in una regione già devastata. Le immagini di colonne di fumo su Sanaa e il bilancio in continuo aumento hanno scatenato la condanna di organizzazioni umanitarie e di diversi governi arabi, che accusano Israele di colpire indiscriminatamente una popolazione stremata da anni di guerra e carestia.
Il primo ministro Benjamin Netanyahu ha difeso la linea dura, paragonando il 7 ottobre all’11 settembre e rivendicando il diritto di colpire ovunque si trovino i “terroristi”. Dichiarazioni che rischiano di legittimare una strategia di forza, ignorando ogni appello internazionale al cessate il fuoco e al rispetto del diritto umanitario.
Questa escalation potrebbe far precipitare l’intera area in una crisi ancora più profonda, alimentando l’odio e allontanando qualsiasi prospettiva di negoziato. Mentre la comunità internazionale chiede moderazione, Israele sembra puntare su una guerra totale che rischia di travolgere l’intero Medio Oriente.
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