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Nuova Zelanda, bandiere palestinesi, islamiche e LGBTQ+ bruciate in manifestazione ultrareligiosa di Destiny Church - VIDEO

Un gruppo guidato da Destiny Church distrugge pubblicamente bandiere religiose e di movimenti sociali, suscitando condanne della comunità cristiana locale

13 Agosto 2025

Manifestazione choc in Nuova Zelanda da parte dell'associazione ultrareligiosa Destiny Church fra le strade di Auckland. I presenti hanno bruciato bandiere palestinesi, islamiche e LGBTQ+ durante la marcia.

Nuova Zelanda, bandiere palestinesi, islamiche e LGBTQ+ bruciate in manifestazione ultrareligiosa di Destiny Church

Ad Auckland, Nuova Zelanda, un gruppo di manifestanti ha pubblicamente distrutto bandiere di diverse religioni e movimenti sociali, tra cui Islam, Palestina e LGBTQ+, suscitando indignazione a livello nazionale. Il video dell’evento, inizialmente sospettato di essere generato con intelligenza artificiale per la qualità delle immagini, è stato confermato reale e documenta una manifestazione promossa dalla Destiny Church.

La Destiny Church è guidata da Brian Tamaki, leader di un’organizzazione cristiana fondamentalista nota per le posizioni conservatrici e il forte radicamento tra la comunità Maori. L’associazione, definita da alcuni come una “setta”, ha storicamente promosso campagne contro minoranze sessuali, aborto e altre religioni presenti in Nuova Zelanda.

Oltre alle bandiere islamiche e palestinesi, i manifestanti hanno bruciato o strappato simboli di altre fedi, come induismo e buddismo, oltre alla bandiera delle Nazioni Unite e a quelle dei movimenti LGBTQ+. L’atto è stato accompagnato dall’esecuzione della haka, tradizionale danza maori, aumentando l’impatto visivo e simbolico della protesta.

Le reazioni della comunità cristiana locale non si sono fatte attendere. Diversi leader religiosi hanno preso le distanze dall’iniziativa, condannando l’uso della fede cristiana come strumento politico e divisivo. Alcuni pastori hanno definito la retorica di Tamaki contraria ai valori evangelici di rispetto e inclusione, evidenziando come episodi di fanatismo rischino di danneggiare l’immagine del cristianesimo moderato nel Paese.

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