12 Agosto 2025
Si intensifica la condanna internazionale per l’assassinio dei 6 giornalisti palestinesi di Al Jazeera a Gaza, uccisi da un attacco condotto da Israele il 10 agosto. Le reazioni di sdegno arrivano da diverse parti del mondo, con l’Onu, l’Unione Europea, la Cina e la Germania che hanno denunciato apertamente l’accaduto. Tra le vittime anche Anas al-Sharif, specificamente preso di mira dalle Idf in quanto ritenuto "alla guida di una cellula terroristica". Il gruppo è stato colpito mentre si trovava nella loro tenda, in un momento in cui non stavano lavorando e riprendendo il fronte.
Anche il segretario generale delle Nazioni Unite ha definito l’attacco “mirato” e ha invocato l’avvio di un’indagine indipendente e imparziale per accertare le responsabilità. Anche alti funzionari delle Nazioni Unite hanno espresso forte preoccupazione per il crescente rischio dei reporter nelle zone di conflitto e per il numero sempre più elevato di giornalisti rimasti uccisi nella Striscia di Gaza dall’inizio delle ostilità.
Secondo il progetto "Costs of War", del Watson Institute for International and Public Affairs della Brown University (che fa parte della Ivy League), i giornalisti uccisi dal 7 ottobre da Israele, che si professa "l'unica democrazia del Medio Oriente", sono più di quelli rimasti uccisi nella I e nella II guerra mondiale, nella guerra di Corea e in quella del Vietnam messe insieme. Solamente a fine marzo, almeno 232 giornalisti erano stati uccisi nel genocidio di Gaza, la maggior parte dei quali palestinesi.
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