06 Agosto 2025
Era la mattina del 6 agosto 1945, 80anni fa, quando l’equipaggio del bombardiere Enola Gay, appartenente alle Forze Armate degli Stati Uniti, sorvolò i cieli di Hiroshima, in Giappone, e sganciò la prima bomba atomica mai utilizzata in un conflitto. L’ordigno, dal nome in codice “Little Boy”, pesava circa 9.000 libbre (oltre 4 tonnellate) ed era costruito con uranio proveniente dalle miniere del Congo.
L’aereo, un B-29 Superfortress con specifiche modifiche “Silverplate” – indispensabili per trasportare e sganciare armi nucleari – era stato prodotto dalla Glenn L. Martin Company nello stabilimento di Omaha, in Nebraska. A selezionarlo personalmente fu il colonnello Paul Tibbets, che ne sarebbe stato anche il pilota. Inizialmente contrassegnato con il numero identificativo “Victor 12”, l’aereo fu successivamente rinominato Victor 82. Ma fu proprio il giorno prima della missione, il 5 agosto 1945, che Tibbets decise di battezzare l’aereo con il nome di sua madre: Enola Gay Haggard.
A bordo del velivolo vi erano dodici membri dell’equipaggio, tra cui il navigatore Theodore “Dutch” Van Kirk, all’epoca appena 24enne. Fu lui a guidare il bombardiere per circa sei ore e mezza di volo, dall’isola di Tinian, nell’arcipelago delle Marianne, fino a Hiroshima. Van Kirk è scomparso nel 2024, pochi giorni prima della commemorazione dell’Hiroshima Day: era l’ultimo sopravvissuto dell’equipaggio dell’Enola Gay. Le vittime di Hiroshima, tra morti dovute all'esplosione, radiazioni, ustioni sono oltre 140mila.
I lavori di restauro del celebre bombardiere iniziarono nel 1984, e nel 1995, in occasione del cinquantesimo anniversario del bombardamento, la fusoliera fu esposta per la prima volta al National Air and Space Museum dello Smithsonian Institution. Successivamente, nel 2003, l’aereo fu completamente riassemblato e oggi è conservato presso l’Udvar-Hazy Center, vicino al Washington Dulles International Airport.
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