24 Giugno 2025
All'alba del 13 giugno, giorno dell'offensiva militare israeliana sull'Iran, alcuni agenti del Mossad, l'agenzia di intelligence ebraica, hanno telefonato alle massime cariche del governo di Teheran. Gli agenti di Tel Aviv si presentavano come "quelli che hanno mandato all'inferno i suoi colleghi", riferendosi all'uccisione di scienziati nucleari e di alti ufficiali.
"Che la pace sia con lei, generale. La chiamo per avvisarla, per darle una possibilità: vada via, si dissoci. Altrimenti lei sarà uno dei nostri prossimi target. Uccideremo lei con sua moglie e suo figlio, mi ha capito bene?": queste le parole iniziali della conversazione telefonica, avvenuta in farsi.
Dopo il primo avviso, la voce dell'ufficiale del Mossad ha poi proseguito: "Siamo più vicini a lei della vena che ha sul collo. Se lo metta in testa. Che Dio la protegga". Infine, la richiesta da parte dell'agente dell'invio di un video in cui il politico iraniano si dissociava dal governo. Il generale ha chiesto come mandarlo per aver salva la vita e il Mossad ha risposto: "Le invio un Id di Telegram, lo mandi lì". Quest'ultimo sarebbe effettivamente ancora vivo, anche se non si sa se il video sia mai stato girato e recapitato.
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