03 Aprile 2025
Il governo ungherese ha ufficialmente dichiarato la sua intenzione di ritirarsi dalla Corte Penale Internazionale. La notizia è stata data alla stampa locale in concomitanza con la visita di 4 giorni del premier israeliano Benjamin Netanyahu nella capitale ungherese. Sul primo ministro dello stato ebraico pende un mandato d'arresto internazionale emesso dalla CPI nello scorso novembre, che il premier Orbán aveva prontamente condannato definendolo "sfacciato, cinico e del tutto inaccettabile".
A dare la notizia ufficiale del ritiro dalla CPI è stato il capo dello staff del primo ministro Viktor Orbán, Gergely Gulyas, che dopo averlo comunicato alla stampa magiara ha anche scritto su Facebook che "il governo avvierà la procedura di ritiro oggi, in conformità con il quadro giuridico costituzionale e internazionale". La notifica avviene in occasione della visita di 4 giorni a Budapest del premier israeliano Benjamin Netanyahu. La visita istituzionale si sta realizzando su invito presentato dallo stesso Orbán nel novembre scorso quando aveva espresso "la sua vicinanza allo stato di Israele" e in sprezzo all'arresto internazionale contro il premier israeliano per crimini di guerra e crimini contro l'umanità per le azioni perpetrate a Gaza contro la popolazione palestinese.
Il premier Orbán dopo aver dato il benvenuto a Benjamin Netanyahu definendo l'Ungheria "il posto più sicuro in Europa", ha dichiarato il paese sta uscendo dalla CPI "perché è diventata una corte politica e le sue decisioni contro Israele lo dimostrano". Lo stato ebraico attraverso le parole del ministro degli Esteri israeliano Gideon Sa'ar ha quindi ringraziato il premier ungherese per la "posizione morale forte e chiara al fianco di Israele e dei principi di giustizia e sovranità".
L'iter per uscire definitivamente dalla Corte Penale Internazionale prevede che il ritiro sia effettivo dopo un anno dalla presentazione della domanda.
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