29 Settembre 2024
A Beirut una voragine enorme di 27 metri è quella che è stata scavata dalla detonazione della bomba anti-bunker che ucciso Hassan Nasrallah lo scorso venerdì 26 ottobre, durante i massicci bombardamenti aerei delle Idf nel sobborgo meridionale di Dehiya che hanno causato 35 morti e 200 feriti tra i civili. Sotto le 9 palazzine completamente rase al suolo, avrebbero trovato rifugio i miliziani di Hezbollah e il loro leader giunto per un summit interno all’organizzazione, alloggiando in dei bunker altrimenti molto difficili da penetrare. Anche se ne esistono di vari tipi e di diversa potenza, tutti questi ordigni riescono a penetrare metri di cemento armato, rilasciando un'onda d'urto che inghiotte nel terreno tutto ciò che si trova nel loro raggio. Sono le 'bunker buster' bomb, le bombe penetranti anti-bunker dal peso di due tonnellate l’una utilizzate dalle forze israeliane lo scorso venerdì. Nel raid aereo di Tel Aviv su Beirut, infatti, molte delle 80 bombe sganciate dagli F15 erano proprio del tipo anti-bunker: stando a quanto riferito dagli esperti militari, ma soprattutto alle dimensioni e profondità dei crateri, gli ordigni sarebbero bombe intelligenti, vale a dire guidate da remoto, pesantissime e capaci di penetrare senza difficoltà metri e metri di cemento proprio per distruggere i bunker dove potrebbero nascondersi gli obiettivi dei raid, oltre a tutto quello che circonda per metri il luogo dell’impatto. In particolare, quelle utilizzate nel raid aereo in questione sembrano molto simili alle GBU-28 di fabbricazione statunitense.
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