15 Marzo 2023
Il caso del sabotaggio ai gasdotti Nord Stream 1 e 2 arriva fino a Vladimir Putin. Il capo del Cremlino, si è pronunciato sull'attentato andato in scena lo scorso 26 settembre, in un'intervista a Rossiya 1. "Un’esplosione di questo tipo, di tale potenza, a una tale profondità può essere effettuata solo da specialisti e supportata da tutta la potenza dello Stato che dispone di determinate tecnologie", dichiara Putin.
Chi può essere interessato a far saltare i gasdotti Nord Stream 1 e 2? Putin non ha dubbi: "Teoricamente gli Usa sono interessati a interrompere le forniture energetiche russe al mercato europeo e a fornire volumi di GNL. Anche se costa il 25-30% in più di quello russo". Putin non ha dubbi che si tratti "di un atto terroristico" e che non dovrebbe più essere "un segreto per nessuno, penso che tutti lo abbiano già riconosciuto", sostiene. "Inoltre, l’atto terroristico, ovviamente, è stato commesso a livello statale, non è opera di dilettanti", ha ribadito
Il presidente russo Putin rivela anche un altro retroscena, l'ennesimo sul caso Nord Stream: "A una distanza di circa 30 km dal luogo dell’esplosione - ha spiegato - gli specialisti ritengono che potrebbe esserci un’antenna per ricevere un segnale per far scattare un ordigno esplosivo che potrebbe essere posto sotto il sistema di condutture". Le ricerche sono state effettuate da Gazprom, la quale si è spinta oltre il luogo dell'esplosione, rilevando un piccolo palo in uno dei punti più vulnerabili dell'oleodotto, le giunzioni dei tubi.
Quello che da tempo chiede la Russia è un'indagine seria, per risalire all'identikit di ha compiuto il sabotaggio. Putin ha infatti spiegato che per Mosca è "difficile portare avanti le proprie indagini sull'attacco terroristico al Nord Stream se non le è permesso l'accesso". E chiede di collaborare alla Danimarca "insieme a loro, ma meglio ancora, formando una squadra internazionale di esperti che possano lavorare a questa profondità", e poi "se necessario, neutralizzare questo ordigno esplosivo, se ce n'è uno".
La Danimarca su un possibile coinvolgimento della Russia sulle indagini sul caso Nord Stream, ha finora risposto due di picche. È lo stesso presidente russo a spiegarlo: "In risposta alla nostra richiesta rivolta alle autorità danesi, abbiamo ricevuto la risposta che dovevano pensare da soli a questo problema e che ci avrebbero dato una risposta quando lo avrebbero ritenuto possibile".
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