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Steiner (Barabino & Partners): “Comunicazione, con la pandemia si è rafforzata la necessità di dialogo tra aziende e interlocutori”

“Ho notato l’esigenza di una maggiore sobrietà, di serietà, di attenzione ai contenuti e al modo nel quale questi vengono veicolati e proposti”. L’intervista a Il Giornale d’Italia

27 Ottobre 2021

Federico Steiner, Direttore Generale Barabino & Partners con Il Giornale d’Italia ha parlato delle nuove sfide della comunicazione:

“La pandemia ha cambiato molti paradigmi della comunicazione però c’è da dire che la relazione tra le aziende e i propri interlocutori si è rafforzata. Forse la mancanza di contatto fisico ha amplificato la necessità di dialogare, utilizzando anche le piattaforme che per fortuna erano a disposizione.  A questo proposito pensiamo se la pandemia fosse accaduta 15 anni fa quanto si sarebbe sfilacciato il tessuto imprenditoriale del nostro Paese.”

“Dal mio punto di vista il modo di comunicare si è in un certo senso ‘ripulito’: ho notato l’esigenza di una maggiore sobrietà, di serietà, di attenzione ai contenuti e al modo nel quale questi vengono veicolati e proposti.”

Steiner (Barabino & Partners): “Post-covid, due grandi sfide per le aziende: nuovi modelli comunicativi e smartworking”

"Il mondo delle aziende è alle prese con due grandi sfide. La prima riguarda la comunicazione: il come mantenere i contatti con i propri clienti in assenza di contatto fisico, pensiamo ad esempio a tutte le aziende che hanno dei negozi, e il come sviluppare i messaggi."

"C’è stato un grosso sforzo da parte delle aziende più attente nel creare contenuti di vicinanza e di condivisione del momento che il paese stava attraversando, investendo anche in nuove modalità di comunicazione. C’è stata un’accelerazione positiva e salutare sul digitale".

"L’altra grande sfida delle aziende riguarda lo smartworking, forzato dalla pandemia ma che ora richiede di essere regolato. Sicuramente è stato un esperimento in gran parte riuscito (leggendo le statistiche più nel privato che nel pubblico), però ha penalizzato i più giovani che si affacciavano nel mondo del lavoro".

"In tal senso lo smartworking ha rallentato la possibilità di imparare, credo quindi che ci sarà una riflessione profonda. Non credo che si tornerà indietro, ma si terrà conto anche della forte volontà di tornare in ufficio così come dell’esigenza di una maggiore flessibilità. Si tratta di una sfida importante per le aziende ma anche dei regolatori."

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