03 Dicembre 2024
E’ uscito nelle scorse ore il libro “L’ultima macchina del Re”. Il volume, realizzato dal giornalista Marco Linari, giornalista di Busto Arsizio, racconta la vicenda del mezzo voluto da Vittorio Emanuele III per Casa Savoia, poi passato al servizio dei primi quattro Presidenti della Repubblica Italiana. Dimenticata per otto anni in un deposito della Fiat, fu scovata e rilanciata dalla famiglia Bacelliere. Su questa limousine sono passati i grandi della terra, da Mussolini a Hitler, ai principali monarchi e capi di Stato di tutto il mondo, prima che venisse dimenticata in un garage di Roma e riscoperta per caso da Raffaele Bacelliere, un appassionato di motori arrivato dal Lago di Varese. La Fiat Torpedo 2.8 immatricolata nel 1939 su volere di Vittorio Emanuele III, e ribattezzata dallo stesso sovrano “Alcinoo”, come uno dei suoi più bei cavalli, è rimasta in servizio per poco più di 20 anni, rimanendo in dotazione per ben quattro Presidenti della Repubblica. E’ infinita la carrellata di personalità che Alcinoo ha accolto sui propri sedili, ascoltando trattative e inconfessabili segreti. Ora questa macchina, dal valore storico incredibile, si è fermata a Bodio Lomnago, sul Lago di Varese, dove la famiglia Bacelliere – che da sempre si occupa di motori nel territorio – la sta restaurando, cercando di preservarne il più possibile le caratteristiche originali. Questa storia incredibile che viene svelata nel libro “L’ultima macchina del Re”, realizzato dal giornalista e scrittore di Busto Arsizio Marco Linari per la Casa Editrice Linea Grafica e in vendita su Amazon. «Raccontare questa vicenda è stato coinvolgente e suggestivo – sottolinea Marco Linari - perché è come attraversare la parabola vissuta dalla nostra Italia in un modo irripetibile e sorprendente. Sono certo che questo volume sarebbe piaciuto anche all’amico Santino Giorgio Slongo, avvocato e presidente del Gruppo Savoia, uomo di immensa cultura che fu tra i primi a riscoprire questo gioiello». Il volume che ripercorre con testi e immagini la storia di “Alcinoo”, rimasta in servizio al Quirinale fino al 1962, per poi essere “dimenticata” in un deposito della Fiat di Roma, dove Raffaele Bacelliere la scovò nel 1970, dandole nuova vita, con l’aiuto del figlio Gabriele Bacelliere. A realizzare la prefazione del volume è stato Emanuele Filiberto di Savoia, bisnipote di Vittorio Emanuele III e nipote dell’ultimo Re d’Italia Umberto II, che ha anche vissuto l’emozione di viaggiare sulla macchina che fu del bisnonno. A realizzare l’introduzione del libro ci ha pensato Gabriele Albertini, già sindaco di Milano, europarlamentare e senatore, da sempre appassionato di storia. Lo ha fatto descrivendo la Torpedo come «una perla unica, non solo per il suo indubbio valore estetico, ma anche per il peso storico che quella vettura ha avuto, attraversando una fase cruciale della nostra Italia, viaggiando fra Monarchia e Repubblica con a bordo i grandi della terra». Una grande soddisfazione per Raffaele e Gabriele Bacelliere, perché si realizza il desiderio di ridare definitivamente luce a questo mezzo così speciale, oggi esposto al Museo Onda Rossa di Caronno Pertusella: «La storia di Alcinoo è un po’ anche quella della nostra famiglia – dicono – perché ci lega alla passione per i mezzi d’epoca e all’emozione di fare impresa con i motori, rendendoci orgogliosi di conservare un pezzo di storia d’Italia».
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