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Roma, scavi sotto Casa del Jazz per trovare resti del giudice Paolo Adinolfi scomparso nel 1994: "Pista sulla banda della Magliana"- VIDEO

Sono iniziati gli scavi sotto Casa del Jazz di Nicoletti per trovare i resti del giudice Adinolfi scomparso nel 1994. Gli investigatori seguono la pista sulla banda della Magliana legata alla criminalità organizzata

13 Novembre 2025

A distanza di oltre tre decenni, le autorità hanno deciso di riaprire il fascicolo e avviare nuove ricerche sotto la Casa del Jazz, in via di Porta Ardeatina a Roma, dove si sospetta possano trovarsi i resti di Paolo Adinolfi. La scomparsa del giudice, avvenuta il 2 luglio 1994, resta uno dei casi irrisolti più oscuri della storia giudiziaria italiana.

Roma, scavi sotto Casa del Jazz per trovare resti del giudice Paolo Adinolfi scomparso nel 1994: "Pista sulla banda della Magliana"

La decisione è stata presa dal Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica, riunitosi in prefettura su richiesta dell’ex giudice Guglielmo Muntoni, che da anni segue la vicenda. Dalle prime ore del mattino, polizia, carabinieri, guardia di finanza, vigili del fuoco e cani molecolari stanno operando nel perimetro e nei sotterranei del complesso, oggi punto di riferimento culturale della Capitale, ma un tempo villa appartenente a Enrico Nicoletti, il celebre “cassiere” della Banda della Magliana, successivamente confiscata dallo Stato.

L’ispezione, coordinata dalla prefettura e con la supervisione della Sovrintendenza del Campidoglio, mira a individuare eventuali gallerie, intercapedini o ambienti sotterranei che potrebbero celare elementi utili alla riapertura dell’inchiesta. Secondo fonti investigative, non si esclude che proprio in quell’area — un tempo cuore degli affari illeciti del clan — possa essere stato occultato il corpo di Adinolfi.

Chi era Paolo Adinolfi

Paolo Adinolfi, 52 anni, era un magistrato romano noto per la sua rettitudine e indipendenza. Proveniente da una famiglia di solide radici cattoliche, aveva vinto giovanissimo il concorso in magistratura, lavorando prima a Milano e poi nella Capitale. Nel 1994, dopo anni alla sezione fallimentare del Tribunale civile di Roma, era appena stato nominato consigliere alla Corte d’Appello.

La mattina del 2 luglio 1994, uscì di casa in via della Farnesina salutando la moglie e promettendo di tornare a pranzo. Alle 9 fu visto nella biblioteca del Tribunale civile, dove consultò alcuni fascicoli. In seguito si recò presso uno sportello bancario interno per un trasferimento di conto e poi all’ufficio postale del Villaggio Olimpico, da dove spedì un vaglia da 500mila lire alla moglie. Poco dopo, la sua auto venne ritrovata parcheggiata proprio in quella zona, senza segni di effrazione. Da quel momento, del magistrato non si seppe più nulla.

Le indagini e i legami con la Banda della Magliana

Nei giorni successivi, le indagini ricostruirono una serie di movimenti e testimonianze contraddittorie: alcuni dissero di averlo visto su un autobus diretto ai Parioli, altri lo collocarono più tardi su un mezzo che portava verso Termini. Nella cassetta postale dell’abitazione della madre furono trovate le chiavi di casa e dell’auto. Tutto faceva pensare a un rapimento, forse collegato ai suoi incarichi più delicati.

Adinolfi, durante il suo periodo alla sezione fallimentare, aveva avuto a che fare con società e fallimenti di interesse per la criminalità organizzata, tra cui casi riconducibili a Enrico Nicoletti, figura chiave della Banda della Magliana. In particolare, il magistrato si era occupato delle vicende legate al fallimento della Fiscom e della Ambra Assicurazioni, entrambe al centro di operazioni sospette di riciclaggio di denaro sporco.

Diverse telefonate anonime giunte alla trasmissione Chi l’ha Visto? negli anni Novanta parlavano esplicitamente di un omicidio e di un corpo sepolto in una proprietà di Nicoletti, ma le verifiche dell’epoca non portarono a prove concrete.

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