24 Settembre 2025
Milano, 24 set. (askanews) - "Per me non esiste un passaggio tra l'opera esposta e il libro, nel senso che, proprio perché viviamo nell'era digitale, un artista che si attaccasse con le unghie e con i denti all'aspetto specificamente materico del proprio lavoro sarebbe un po' un ingenuo, secondo me. Oggi più che mai l'artista è la sua identità, e non semplicemente perché oggi una grande aspetto del dibattito culturale è la questione identitaria, ma perché è evidentemente tutto un grande flusso di immagini, di stimoli, di mostre che durano cinque minuti o cinque mesi, di gallerie che aprono, che chiudono, di musei che vengono usati per le motivazioni più svariate. All'interno di questo gioco, forse a volte un po' troppo veloce, all'interno di questa specie di borsa dell'arte, l'artista è un'industria, per dire un paradosso, e in quanto industria l'artista deve mantenersi molto saldo rispetto alla propria identità". Lo ha detto Francesco Vezzoli ad askanews in occasione della presentazione del suo nuovo libo, "Diva?", edito da Skira.
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