01 Ottobre 2024
Le intercettazioni registrate dagli investigatori ci rivelano uno spaccato di vita dei capi ultras della Nord (interisti) e della Sud (milanisti) che hanno messo in luce le spartizioni affaristiche ai vertici delle tifoserie, i patti di “non belligeranza” tra gli ultras oltre che le tensioni interne ai vari gruppi. “Non mi tradire senno mi tocca ammazzarti”, ha riferito uno degli intercettati. “Con te al mio fianco e due persone che non nominiamo, combiniamo un macello”, ha affermato uno degli ultras facendo forse riferimento a qualcuno facente parte di “ambienti della malavita”.
In riferimento agli accordi tra le due tifoserie si è potuto prendere nota del cosiddetto “patto di non belligeranza”: “Io capisco che c'è una sorta di rivalità che va oltre il patto...però secondo me c'è da capire un po' tutti. Tutto bene tra i direttivi, questa roba qua è super palese che c'è un patto di non belligeranza che va avanti da un sacco di anni....perché siamo tutti ragazzi seri, per bene, in gamba”.
“Quindi 200 biglietti per... ci siamo trovati tutti i clan di...Considera che io ho mio fratello che sta a Opera, detenuto da anni qua, che mi ha avvertito dal carcere se sapevo di questi biglietti”, ha affermato un intercettato facendo riferimento alla “rete di contatti nel carcere” degli ultras . Inoltre, si discuteva dei veri obbiettivi dei gruppi, “soldi e abbonamenti”: “Gli faccio arrivare qualcosa, o mi danno le tessere o è guerra. La contestazione della campagna acquisti è una facciata, io voglio arrivare al mio obbiettivo di 40 abbonamenti”.
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