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Ilaria Salis, in tribunale a Budapest con catene a piedi e mani: chiesti 11 anni per aggressione a 2 neofascisti - VIDEO

La rabbia del padre della 39enne milanese e di Tajani: "Inaccettabile, trattata come un animale"

30 Gennaio 2024

A Budapest è iniziato il processo contro Ilaria Salis, l'insegnante italiana detenuta in Ungheria da quasi un anno, accusata di aver aggredito due neofascisti nel febbraio 2023. Come visibile nel filmato, l'imputata è comparsa in tribunale in stato di detenzione, con catene alle mani e i piedi legati da ceppi di cuoio muniti di lucchetti, mentre accennava un sorriso al pubblico. Una donna appartenente alle forze di sicurezza la guidava attraverso una catena.

Durante l'udienza, Salis è stata condotta nell'aula del Tribunale di Budapest, con le mani e i piedi legati, posizionata su una panca e sorvegliata da due agenti di un corpo speciale della polizia penitenziaria. Questi ultimi indossavano giubbotti antiproiettile e passamontagna per garantire l'anonimato.

Ilaria Salis, in tribunale a Budapest con catene a piedi e mani

La donna milanese di 39 anni è stata imprigionata in Ungheria nel febbraio 2023 e ora affronta il rischio di una pena di 16 anni di reclusione per l'accusa di lesioni aggravate a danno di due neonazisti. Ingiunta insieme ad altri due cittadini tedeschi, Salis ha dichiarato la propria innocenza e ha contestato l'inesistenza della possibilità di visionare le registrazioni delle telecamere di sorveglianza, fondamentali per l'accusa, e la mancanza di traduzione degli atti in inglese e italiano. Questa carenza le ha impedito di comprendere appieno le accuse a suo carico. Il processo è stato rinviato al 24 maggio.

"Mia figlia viene trattata come un animale", ha commentato il padre di Ilaria, Roberto Salis. "È da 11 mesi che non stiamo scherzando ma stiamo dicendo i fatti - ha proseguito - Il punto è che sia i politici e il governo sia anche molti giornali fanno finta di non vedere e continuano a parlare del fatto se sia colpevole o no, lasciando in totale secondo piano il fatto che c'è una violazione vergognosa dei diritti civili"

"È stato scioccante, un'immagine pazzesca", ha commentato l'avvocato difensore Eugenio Losco. "Ci aveva detto che veniva sempre trasferita in queste condizioni, ma vederla ci ha fatto davvero impressione. Era tirata come un cane, con manette attaccate a un cinturone da cui partiva una catena che arrivava fino ai piedi, con questa guardia che la tirava con una catena di ferro. Ed è rimasta così per tre ore e mezza. È una grave violazione della normativa europea, l'Italia deve porre fine a questa situazione ora".

Ilaria Salis, Tajani convoca l'ambasciatore ungherese a Roma

Sulla vicenda è intervenuto anche il ministro degli Esteri, Antonio Tajani. "Chiediamo al governo ungherese di vigilare e di intervenire affinché vengano rispettati i diritti, previsti dalle normative comunitarie, della cittadina italiana Ilaria Salis detenuta in attesa di giudizio".

Come passo di protesta per le condizioni di detenzione di Ilaria Salis, il ministro degli Esteri ha quindi dato disposizioni al segretario generale della Farnesina Riccardo Guariglia di convocare l'ambasciatore ungherese a Roma. Parallelamente, martedì l'ambasciatore d'Italia in Ungheria effettuerà un passo presso le autorità ungheresi. 

In sede processuale è stata richiesta l'esame delle persone danneggiate, la consulenza di un perito antropometrico e di un medico legale, al fine di valutare la natura "potenzialmente letale" delle lesioni inflitte, le quali hanno determinato una prognosi di 5 e 8 giorni. La difesa ha altresì contestato la qualificazione del reato, sottolineando che non si tratta di tentato omicidio, e ha evidenziato che, in Italia, le relative pene sono così moderate da non giustificare misure di custodia in attesa della sentenza.

È stata anche contestata l'aggravante che associa l'accusa al coinvolgimento in un'associazione criminale tedesca, la Hammerband di Lipsia (letteralmente "banda del martello"), che avrebbe scelto Budapest come luogo per attaccare e assaltare militanti fascisti e neonazisti radunati l'11 febbraio in occasione del Giorno dell'onore. Al momento, il giudice ungherese ha confermato la detenzione preventiva in carcere di Ilaria Salis, tuttavia non è escluso che gli avvocati presentino a breve una richiesta di arresti domiciliari in attesa della sentenza.

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