07 Febbraio 2024
Maria Vittoria Rava, Presidente di Fondazione Francesca Rava, e Rajae Bezzaz, inviata di Striscia la notizia, in occasione della Charity Dinner and Dancing Party a sostegno dei progetti della Fondazione Francesca Rava per le donne in Italia e nel mondo organizzato presso Armani Prive Milano, hanno dichiarato a Il Giornale d'Italia:
Maria Vittoria Rava: “La Fondazione Francesca Rava raduna attorno a sé tante donne e tanti donatori per testimoniare il nostro impegno quotidiano rivolto a molti progetti a difesa delle donne e delle bambine più fragili, non solo in Italia, ma anche e soprattutto nei pesi più poveri del mondo, come in Haiti.
Questa sera siamo insieme al Dottor Cassano, il medico che ha creato insieme a noi il Centro per la diagnosi e prevenzione del tumore al seno in Haiti, un paese del quarto mondo dove i tumori sono una causa di mortalità per molte donne; in questo contesto, per i bambini rimanere orfani è senz'altro un grande dolore.
Siamo qua grazie a Giorgio Armani e a tanti amici che ci sostengono; vogliamo divertirci, ma farlo con profondità e ricordarci quante donne e bambine nel mondo soffrono a causa di discriminazioni, di violenza fisica, psicologica e povertà educativa e sociale.”
Come è nata negli anni 2000 la volontà di creare questa Fondazione?
Maria Vittoria Rava: “La Fondazione è nata purtroppo da un mio dolore molto grande, cioè la perdita di mia sorella Francesca in un incidente d'auto quando aveva solo 26 anni: una piccola donna, molto forte e coraggiosa. Questa sera diamo onore anche a lei. La sua perdita è stata per me come una cortina di buio scesa nella mia vita; ma in quanto avvocato, dando consulenze legali gratuite, ho conosciuto questa organizzazione internazionale che mi ha aperto il cuore; mi sono subito rimboccata le maniche, anche se inizialmente non sapevo bene dove tutto questo mi avrebbe portato. Oggi c'è una grande squadra di volontari e stasera anche abbiamo l'onore di avere qua con noi Rajae Bezzaz, inviata di Striscia la notizia, e insieme a lei tante donne coraggiose e di talento che decidono di testimoniare insieme a noi che la vita è anche impegno.”
Da dove è nata la volontà nel 2017 di avviare il progetto “Women for Haiti”?
Maria Vittoria Rava: “Il Progetto è nato da un'idea del dottor Cassano, primario di senologia radiologica dello IEO, che normalmente ha la fila di pazienti che salva per diagnosi precoci di tumore al seno. Ci siamo conosciuti durante una serata, e dopo aver sentito il drama che accade in Haiti, si è alzato in piedi ed ha subito dimostrato di voler fare qualcosa con noi per loro.
Nonostante non avessimo budget, iniziò a coinvolgere intorno a lui un comitato promotore compost dalle pazienti da lui salvate, che oggi tra l’altro sono qua, per testimoniare quanto sia importante l’eccellenza delle cure, e a dare una mano a noi a raccogliere i fondi per permettere lo stesso tipo di cure alle donne di Haiti. Questo per me è uno straordinario onore.”
Rajae, sei stata invitata questa sera in quanto attivista per i diritti di uomini e donne, cosa ci puoi dire dell’evento?
Rajae Bezzaz: “Non potevo che essere qui stasera; sono stata invitata per raccontare l'impegno che tutti i giorni cerco di portare nel mio lavoro, nella mia vita come attivista per i diritti di uomini e donne. Mi rendo conto sempre di più che c'è bisogno di intervenire nell'immediato: anche qui in Occidente c'è bisogno di consapevolezza, ma a maggior ragione in altri paesi dove tutto è più difficile: la diagnosi molte volte non viene fatta, ma anche quando è eseguita, non ci sono le cure e le strutture adeguate.
Sapere che c'è una realtà come quella della Fondazione Rava per me è come sognare ad occhi aperti; quindi Viva! Viva a tutte le donne che si impegnano!
La storia della Fondazione Rava parte da un evento molto triste, ma occorre utilizzare tutto quel dolore e metterlo a servizio di chi ne ha più bisogno. Ci troviamo nella parte fortunata del mondo, bisogna che ci muoviamo per andare a soccorso e dare il nostro contributo in tutti i modi.”
Maria Vittoria, abbiamo visto che la Fondazione ha ottenuto grandi risultati. Quali sono quelli di cui andate più fieri?
Maria Vittoria Rava: “La filosofia della Fondazione Francesca Rava è quella dell'umiltà: noi non ci diamo mai tante pacche sulla spalla, ma i grandi risultati sono quelli che ogni giorno vediamo nella salvezza e nella speranza di tantissime donne, bambini e bambine. Non abbiamo mai tempo di pensare ai risultati perché abbiamo sempre tantissimo lavoro; i feedback del nostro operato ci arriva dagli altri: i beneficiari, le donne di Haiti, i bambini, i ragazzi e le ragazze in Italia che invitiamo a toccare con mano ciò che facciamo come volontari. Siamo una grande squadra, una grande famiglia.”
Rajae Bezzaz: “Confermo i risultati perché loro sono umilissimi, ma i frutti del duro lavoro ci sono e danno un esempio che nella vita si può fare tanto, ottenere dei risultati e comunque continuare a praticare queste opere di volontariato necessarie, non possiamo proprio girarci dall'altra parte, né ora né mai!”
Ho una domanda per te Rajae, secondo te queste operazioni possono essere applicate anche in altri paesi?
Rajae Bezzaz: “Assolutamente sì. Io spero che questa nostra conoscenza oggi ci porti lontano; personalmente sto lavorando anche nel mio paese d'origine, in Marocco, per poter aiutare, con una realtà di casa famiglia, le mamme che purtroppo non hanno aiuto o sono colpite da discriminazione sociale perché hanno avuto figli fuori dal matrimonio, cerco di dargli la possibilità di lavorare ma soprattutto di istruire i loro figli per poter scegliere di rimanere nel proprio paese. La gente che emigra e affronta il Mediterraneo lo fa perché ci sono delle difficoltà, non solo lavorative, ma anche nell’avere un pasto al giorno. Noi, che abbiamo le possibilità, dobbiamo muoverci e andare in tutti i paesi che hanno bisogno dando il nostro know how e i soldi necessari.”
Maria Vittoria Rava: “Se posso aggiungere una cosa, vorrei dire anche che abbiamo bisogno di donne Rajae: una giornalista che va in prima linea senza paura a fare delle indagini; servono persone che vanno, chiedono e si informano per fare denuncia sociale al fine di sensibilizzare e responsabilizzare tutti noi che tante volte ci facciamo scivolare via le notizie. Penso che il grande lavoro di Rajae sia in parte anche un grande volontariato.”
Rajae Bezzaz: “Si, è una missione di vita che fortunatamente sono riuscita a far diventare un lavoro; Striscia la notizia è una grandissima famiglia che mi permette di fare inchieste e accendere la luce in situazioni di buio totale dove vengono a mancare i diritti fondamentali dell'uomo.”
Secondo te Rajae queste operazioni potrebbero essere applicate anche a Gaza?
Rajae Bezzaz: “Assolutamente sì. Ho saputo poco fa che per un lungo periodo ci sono stati i medici legati alla Fondazione Francesca Rava sulla nave che ha aiutato la popolazione di Gaza. Dove c'è disperazione c'è bisogno di volontariato, a maggior ragione di medici ogni giorno e ogni ora; salvare una vita significa lasciare la speranza a un popolo che in questo momento ha perso tutto.”
Nel concreto cosa si potrebbe fare in più?
Rajae Bezzaz: “Ci sono tantissimi medici volontari in questo momento che stanno rischiando la vita; sono presenti anche molti reporter che abbiamo visto morire o perdere i loro familiari, ma, nonostante la tragedia e la morte imminente, non hanno mollato neanche per un istante. Non bisogna decontestualizzare, bisogna mettersi nei loro panni, capire che sei lì, stai facendo il tuo lavoro, lo stai facendo con una grandissima umanità, ma potresti non arrivare a fine giornata.”
Come si risolve il problema degli ospedali bombardati?
Rajae Bezzaz: “Questo è un problema grandissimo. Sicuramente non si può ricostruire nell'immediato ciò che è appena stato distrutto, ma si possono mandare delle strutture: ci sono medici senza frontiere, molte realtà che stanno mandando le loro equipe e stanno agendo con tutte le difficoltà del caso, perché non c'è elettricità, acqua, come abbiamo potuto vedere anche attraverso i social. Bambini, donne, anziani che venivano operati per terra, perché i medici cercano, usando tutto quello che hanno in mano, di salvare il salvabile.”
Maria Vittoria Rava: “A proposito di questo, con la Marina Militare italiana abbiamo adibito una nave a ospedale: si chiama “Nave Vulcano”, è tornata ieri a Civitavecchia proprio per sopperire agli ospedali bombardati. Tutti i pazienti più gravi venivano mandati su Nave Vulcano per essere curati e poi smistati negli ospedali che potevano essere funzionanti per quella patologia. Abbiamo avuto diverse equipe di medici volontari primari da tutti gli ospedali d'eccellenza italiani, infermieri che sono andati sulla Nave Vulcano, organizzati dalla Fondazione Francesca Rava; abbiamo ricevuto immagini e storie incredibili: si potrebbe scrivere un libro di umanità e disumanità.
Fondazione Francesca Rava è legata alla Marina Militare dai tempi del terremoto di Haiti, quindi a un'amicizia istituzionale molto operativa.”
Maria Vittoria, quali sponsor vuole ringraziare per l’evento di questa sera?
Maria Vittoria Rava: “Questa sera voglio ringraziare Giorgio Armani che ci ospita qua. Abbiamo con noi questa sera tantissimi sostenitori: Camilla Lunelli un'altra donna impegnatissima con Ferrari Trento; vogliamo ringraziare anche l'Acqua, Valverde che è simile a uno champagne, super buona. Abbiamo inoltre Fineco, che sostiene questo progetto tutti gli anni con grande affetto; La Stryxia, dj meravigliosa dell’Armani Ristorante, che ha aderito con grande entusiasmo.
Le nostre testimonial: Rajae che è qua, Arisa, Martina Colombari. Ringrazio anche Grazia che, Silvia Grilli in particolare, fa parte del Comitato promotore.
Quali sono i progetti futuri della Fondazione?
Maria Vittoria Rava: “I progetti futuri sono tanti, siamo molto impegnati per continuare ad aiutare l'ospedale pediatrico Saint Damien in Haiti e siamo su questa emergenza di Gaza in questo momento, qua in Italia stiamo vicini ai bambini e ai ragazzi che sono in difficoltà, cerchiamo di affrontare problemi di salute mentale, di anoressia, di abbandono nelle case famiglia nelle comunità in tutta Italia.”
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