15 Dicembre 2020
Il Premier Giuseppe Conte in conferenza stampa presenta il nuovo dpcm - Fonte: LaPresse
Ennesima frattura interna alla maggioranza. Italia Viva, da qualche settimana a questa parte proprio non ne vuole sapere di rendere la vita facile al Premier, ed ecco che dopo gli attacchi di Renzi sulla cabina di regia per il Recovery Plan, un deputato di Iv ci va giù pesante.
Il nocciolo della questione è il seguente: la legge pro-albergatori, inserita nel decreto Rilancio dello scorso 19 maggio, avrebbe aiutato Cesare Paladino, padre della compagnia del Premier, Olivia, a scampare da una condanna a 1 anno e due mesi, per peculato. Paladino avrebbe infatti sottratto più di due milioni di euro, 2.047.677 per la precisione, alle casse dello Stato. Il deputato Michele Anzaldi, in forza a Italia Viva, vuole vederci chiaro. Chiede di aver accesso ai verbali, e capire chi abbia inserito l’emendamento nel decreto. Secondo quanto afferma lo stesso Anzaldi, si vuole sapere "quale sia stato l'ufficio legislativo che ha proposto di inserire la norma per depenalizzare l'omesso pagamento della tassa di soggiorno". Si tratta di un provvedimento voluto da un ministero, oppure c'è anche la mano di palazzo Chigi? Sebbene faccia parte della stessa maggioranza di Governo, sembra che Italia Viva si diverta a giocare con il fuoco. L’ennesimo scandalo sollevato dall’interno potrebbe essere la goccia che fa traboccare il vaso, portando Conte a esaurire definitivamente la pazienza.
Nello specifico, il decreto Rilancio dello scorso maggio ha depenalizzato il reato di peculato. Paladino senior, titolare del Grand Hotel Plaza, è stato condannato per non aver versato la tassa di soggiorno al Comune di Roma tra il 2014 e il 2018. Anzaldi si domanda dunque se sia stato un puro caso o se, invece, l’emendamento sia stata una legge ad personam, architettata dal Premier per favorire il cognato. Di fatti, il padre della compagna di Conte ha potuto far ricorso proprio grazie all’introduzione della norma che, avendo valore retroattivo, ha obbligato il gip di Roma a revocare la condanna.
Anzaldi ci è andato giù pesante, dichiarando a Repubblica che: “Grazie a questa depenalizzazione il padre della compagna del premier si è visto cancellare, con valore retroattivo, una condanna passata in giudicato con il patteggiamento”. L’approvazione della legge aveva scatenato polemiche sin dall’inizio, prima ancora che emergessero i retroscena che hanno coinvolto Cesare Paladino. Il ministero del turismo si giustificò sostenendo che fosse un modo per aiutare gli albergatori in un momento di difficoltà, causato dalla pandemia. Grazie a questa norma Paladino ha però potuto fare ricorso. Dubbi anche sulla natura retroattiva della legge, non considerata in fase di scrittura. La Procura di Roma ha già annunciato che procederà a fare ricorso, visto che si oppone all’assoluzione del condannato.
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